La formazione professionale post Coronavirus. Tornare ad insegnare con lezioni in laboratorio a giugno in totale sicurezza. L’appello al governatore Enrico Rossi da parte delle accademie di arte
Mentre alcuni grandi musei stanno già aprendo e altri si preparano all’imminente riapertura, sempre attenendosi alle indicazioni contenute nel protocollo del Comitato Tecnico-Scientifico, per il mondo dell’istruzione si dovrà attendere fino a settembre per la sua uscita dal lockdown. Scuole chiuse non significano sospensione di studio e formazione come dimostrano le numerose iniziative online messe in campo dagli istituti di ogni ordine e grado per proseguire le proprie attività. Ci sono però alcune realtà che per loro natura non possono affidarsi solo alla didattica a distanza, come è il caso delle Scuole di Arte e Mestiere, in quanto istituti di formazione professionale tra cui nei settori dell’oreficeria, del restauro, della sartoria, del mosaico, la cui programmazione si basa sulle attività di laboratorio e quindi sulla prossimità tra maestro e allievo. Da qui la necessità di poter tornare ad insegnare quanto prima anche per essere in grado chiudere I corsi dell’anno scolastico 2019/2020 con corsi laboratoriali estivi. A fine aprile 20 Istituti a livello nazionale di Arte e Mestieri - promosso da ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana con il supporto della Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte di Milano (tra I firmatari da Firenze: LAO Le Arti Orafe Jewellery School, Palazzo Spinelli, Scuola del Cuoio, Sacred Art School) - hanno inviato un appello al Consiglio dei Ministri e ai Ministeri competenti al fine di sensibilizzare le Istituzioni sulla necessità di adottare delle misure specifiche in merito alla riapertura di questa tipologia di realtà didattiche in tempi brevi. Successivamente alcune regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Campania,) hanno autorizzato la riapertura mentre Emila Romagna e Liguria hanno già espresso parere favorevole e stanno elaborando una strategia comune per autorizzare le riaperture. Purtroppo la Regione Toscana non ha dato nessun segnale finora in questo senso anche dopo che LAO, Le arti Orafe Jewellery School insieme a altre 140 scuole firmatarie, hanno inviato al Presidente Rossi e all’Assessore Cristina Grieco un appello specifico in cui si fa presente alle Autorità Regionali che la didattica di queste realtà in cui si insegnano e tramandano i mestieri d’arte della tradizione italiana, fondamento imprescindibile del nostro Made in Italy, è fortemente e prevalentemente basata sull’attività pratica di laboratorio e quindi necessitano di riaprire le aule quanto prima e non si possono permettere di aspettare settembre. Le scuole private di formazione, tutte aziende che impiegano molte persone, svolgono una importante funzione di formazione e anche di diffusione della cultura italiana. L’elenco delle agenzia formative accreditate in Toscana ammonta a oltre 600 scuole: significa molte migliaia di dipendenti, oltre a tutte le collaborazioni esterne, docenti esperti, tecnici, che prestano opera professionale e di consulenza. Queste aziende si trovano nelle stesse difficili situazioni di aziende di altri settori, tutte ormai autorizzate a riaprire. Pagano affitti e forniture, come tutti. Hanno dipendenti, e non hanno avuto nessun tipo di aiuto o incassi, con conseguenze che chiunque è in grado di valutare. Un laboratorio adibito a scuola è strutturato esattamente come qualsiasi altro laboratorio di produzione artigianale, certamente meglio attrezzato e con spazi che pochissime aziende possono vantare. Locali a norma, con servizi igienici adeguati, accesso disabili, spazi amplissimi che non creano nessun problema all’osservanza delle regole di prevenzione previste per qualsiasi azienda. “Queste attività sono un ingresso economico non indifferente per il territorio, rappresentato dalle molte decine di migliaia di studenti italiani e stranieri che oltre a pagare le rette scolastiche –e quindi assicurare stipendi a migliaia di dipendenti delle scuoleaffittano appartamenti, fanno acquisti di ogni tipo per la loro vita quotidiana, acquistano i loro materiali didattici, consumano in bar e ristoranti, in negozi di abbigliamento, cinema, teatri, creando un indotto enorme. Ci si augura che il presidente Rossi e l’assessore Grieco non vorranno ignorarci e trovino una soluzione per farci tornare in attività al più presto.” - Giò Carbone, direttore artistico di LAO, Le Arti Orafe Jewellery School
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