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Toscana
Lucca, Fondazione Ragghianti ospita l’arte di Cioni Carpi e Gianni Melotti

La mostra racchiude la ricerca di Cioni Carpi e Gianni Melotti che si svolge nell’arco di venti anni, dal ‘60 fino all’80 dello scorso secolo. Un periodo denso di sperimentazioni e di interazioni tra i vari mezzi artistici compresa la fotografia. L’arte del milanese Cioni Carpi inizia a Parigi ed evolve durante i suoi soggiorni tra Haiti, New York e Canada, per poi tornare definitivamente, alla metà dei Sessanta, a Milano. L’arte di Gianni Melotti si colloca nel contesto del tempo e in riferimento alle personalità con le quali il fotografo fiorentino collaborò, tra cui Bill Viola, Lanfranco Baldi, Luciano Bartolini, Giuseppe Chiari, Mario Mariotti.

Dal 3 ottobre 2020 fino al 6 gennaio 2021 la Fondazione Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca nata nel 1984 come laboratorio permanente di studio sull’arte e centro di esperienze culturali per la città di Lucca, che al suo interno ha una biblioteca, fototeca, archivio, ospita una mostra dedicata agli artisti Cioni Carpi e Gianni Melotti. Due artisti diversi tra loro, che nella loro esperienza di vita e professionale non si sono mai incontrati, ma che in realtà con la loro produzione artistica identificano appieno la corrente di sperimentazione dell’arte italiana tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo passato. Su Cioni Carpi (nome d’arte di Eugenio Carpi de’ Resmini, Milano 1923 – 2011) nel catalogo delle Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte curato da Angela Madesani viene descritto come “un artista nella sua essenza più totale, un uomo scomodo, complesso, libero che non ha mai sfruttato i vantaggi che potevano derivargli dalla sua condizione, che a un certo punto ha avuto anche il coraggio di smettere – circostanza rarissima – di ritirarsi, di farsi credere in altri territori o forse morto. Il suo era un comportamento decisamente anticonformista, anti-social, come diremmo adesso e social al tempo stesso, nel senso che durante tutto il suo cammino umano Carpi ha cercato di comprendere, di entrare nei fenomeni di fronte ai quali non ha risparmiato talvolta giudizi pesanti”. 

Cioni Carpi, profondamente segnato dalla morte del fratello Paolo in un campo di concentramento, iniziò a dedicarsi alla pittura negli anni Cinquanta a Parigi; si poi trasferì a Haiti, a New York e in Canada, dove visse fino alla metà degli anni Sessanta, prima di tornare in pianta stabile a Milano. Negli Stati Uniti conobbe Maya Deren, regista americana di origine ucraina, che lo incoraggiò verso la sperimentazione cinematografica, ambito in cui realizzò dal 1959 al 1980 numerosi film attualmente ospitati da importanti archivi, fra i quali quello del MoMA. Altro ambito di sperimentazione fu per lui il teatro. Sua è la prima scenografia costituita da un filmato per L’istruttoria di Peter Weiss al Piccolo di Milano nel 1966, girato nel campo di concentramento in cui era stato ucciso il fratello Paolo. Alla Fondazione Ragghianti si possono vedere una quarantina di sue opere di grandi dimensioni tra dipinti, installazioni, lavori fotografici, filmati, disegni, progetti, il suo concetto di arazzo e libri creati dall’artista in unica copia, ma anche documenti e cataloghi su un protagonista dell’arte del secolo ventesimo non ancora a sufficienza conosciuto.

Gianni Melotti,  nato a Firenze nel 1953, si forma nella sua città natale dove incontra tanti suoi giovani coetanei che poi diventeranno nel tempo delle icone dell’arte contemporanea.  Dalla sua attività presso art/tapes/22 video tape production, incontra tanti nomi dell’avanguardia internazionale come Lanfranco Baldi, Luciano Bartolini, Giuseppe Chiari, Mario Mariotti e Bill Viola, Vito Acconci, Chris Burden, Daniel Buren, Urs Lüthi, Joan Jonas, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Nam June Paik, Giulio Paolini.  A Paolo Emilio Antognoli, curatore della mostra, che scrive nel catalogo “Gianni Melotti nasce a Firenze il 24 ottobre 1953. La generazione cui appartiene cresce con diverso atteggiamento rispetto alla precedente, che ha vissuto la guerra. E’ un’epoca di sviluppo economico e grandi trasformazioni per la storia italiana. Guarda perciò al futuro con fiducia e l’ottimismo dei boomers” l’artista fiorentino ha aperto il proprio archivio, ospitato in via Andrea del Castagno a Firenze (visitabile su appuntamento) per riparlare non solo dei lavori più noti, ma anche di alcuni qualsi dimenticati anche dallo stesso Melotti, con il linguaggio concettuale originale. Lavori realizzati tra la metà degli anni 70 alla metà degli anni 80, un periodo storico molto ricco culturalmente ed artisticamente per il capoluogo toscano. Alla Fondazione Ragghianti sono presenti circa trenta lavori di Gianni Melotti, tra fotografie, video, installazioni site-specific, pellicole, polaroid degli amici dell’artista, e film super8 in loop sul tema del rapporto di coppia. A Firenze negli anni ’70 intorno ad alcune associazioni, gallerie, case editrici e librerie si era sviluppato un nuovo circuito artistico e culturale, in un clima favorevole alla sperimentazione: Gianni Melotti è stato uno dei suoi protagonisti, con un linguaggio originale e trasgressivo. Alla Fondazione Ragghianti si possono vedere una trentina di lavori di Melotti. Tra le sue realizzazioni emblematiche si ricordano: 9,30/10,30, opera d’esordio del 1975; Giallo (1979), installazione site-specific con fotografie e testi ambientata in un parcheggio genovese; Gli angoli della Biennale (1976), serie di fotografie dedicate a Pier Luigi Tazzi riferite ai Corners Portraits di Irving Penn; Come as you are / Jacket and necktie (1981), fotografie e film super8 in loop sul tema del rapporto di coppia; la dia-proiezione di Uovo fritto (1980) per la piazza fiorentina di Santo Spirito; Ritratti nella rete (1982), serie di polaroid che Melotti scatta agli amici mascherati con una calza a rete, in cui si teorizza il network come arte prima dell’avvento del personal computer; la serie di cinque videografie Foto fluida (1983); Pelle/Pellicola (1987-1989), tre lavori in silicone trasparente, sul rapporto tra opera e cornice. Una consistente collezione di sue fotografie è oggi conservata all’ASAC della Biennale di Venezia.

La Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti

Carlo Ludovico Ragghianti, scomparso nel 1987, è stato uno storico dell’arte, critico cinematografico, politico, accademico e antifascista. Con la costante e infaticabile collaborazione della moglie Licia Collobi si è speso, tra le molte iniziative, per un laboratorio permanente di studio e un centro di esperienze culturali per la città di Lucca. Nel 1984 nacque la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, alla quale aderirono oltre che il Comune, la Provincia di Lucca, la Regione Toscana e la Cassa di Risparmio di Lucca che ha acquisito la fondazione. Le due mostre sono accompagnate da due cataloghi editi da Fondazione Ragghianti Studi sull’arte. Le mostre sono promosse dalla Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e con il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Lucca e Città di Lucca. Partner Lucca Film Festival - Europa Cinema. Orari d’apertura: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (ultimo ingresso alle 18:30). Aperto anche il 1° novembre, 8 e 26 dicembre e 1° gennaio, chiuso il 25 dicembre.

L’avventura dell’arte nuova | anni 60-80. Cioni Carpi | Gianni Melotti

3 ottobre 2020 – 6 gennaio 2021

Complesso monumentale di San Micheletto Via San Micheletto 3 I – 55100 Lucca

Info: www.fondazioneragghianti.it info@fondazioneragghianti.it  Tel. +39 0583/467205

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