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Vergognoso docu-film su Giulio Regeni postato su YouTube
La Presse

Questa mattina davanti al gup di Roma si apre la prima udienza preliminare contro Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, agenti dei servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell'omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni, scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016 e ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo.

Poche ore fa, intanto, sul canale YouTube “The Story of Regeni” è stato postato un video-documentario di circa 50 minuti (in arabo con sottotitoli in italiano) che ha la pretesa di raccontare “gli strani movimenti” di Giulio, forse ad indicare una sua possibile appartenenza a qualche servizio di intelligence straniera. Una macchina del fango che si è messa in moto proprio prima dell'udienza preliminare. Al momento non si può conoscere l'identità degli autori del documentario, ma qualche pensiero in merito ce lo siamo fatto, anche se senza prove certe non si può certo confermare.

Comunque, quali sono i movimenti strani di Regeni? E soprattutto perché sono strani? Il concetto di strano qual è per gli egiziani? Di strano in questa orribile vicenda c'è tanto, ma non certo il comportamento del giovane ricercatore italiano. Primo: i depistaggi delle forze di sicurezza egiziane, sono strani. Secondo: le bugie e l'assoluta mancanza di volontà nel portare alla luce la verità dei fatti. Terzo: farsi gioco del Governo italiano da parte del Governo egiziano è strano (le dichiarazioni di facciata lasciano il tempo che trovano).

 

 

Certo è che solo i magistrati potranno tentare di raggiungere la verità sul caso. Una verità e una giustizia che dobbiamo a Giulio che non c'è più. Una verità e una giustizia che dobbiamo alla famiglia Regeni che dal 2016 vive un dramma che non potrà mai dimenticare. Una verità e una giustizia che dobbiamo a tutto il popolo italiano, popolo sovrano, e che non si può permettere di giustificare un omicidio tanto efferato, nemmeno e soprattutto davanti ad un partner commerciale con cui si hanno miliardi di euro di contratti.

Il docu-film si chiede: “Chi incontrava Regeni nella strade principali e in quelle laterali? Che cosa chiedeva a loro?”. Insomma il niente messo in un video. Ma la cosa tragica è capire che da quelle parti, ogni movimento è considerato diversamente rispetto alla cultura occidentale.

Ma una certezza c'è in tutta questa vergognosa porcheria: dall'Egitto si continua inesorabilmente a screditare l'inchiesta italiana sull'omicidio. E' bene ribadirlo spesso: si tratta di omicidio, non di una drammatica disgrazia.
Il documentario ospita interviste al senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, all'ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, e all'ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare Leonardo Tricarico.

In una nota Erasmo Palazzotto, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni ha fatto sapere: “ E’ molto grave che esponenti italiani, politici e militari, si siano prestati a questa operazione ignobile. E’ grave che Gasparri abbia gettato discredito non solo su Regeni ma sul suo stesso Paese giustificando di fatto gli oltraggi ricevuti dai nostri magistrati da parte egiziana. La Commissione che presiedo non tralascerà alcun dettaglio e cercherà di fare luce su ogni zona d’ombra di questa vicenda. Ma alimentare la cultura del sospetto, continuando a fare allusioni su Cambridge senza alcuna evidenza, contribuisce a distogliere l’attenzione dal Cairo dove Regeni è stato ucciso e dove ancora oggi si trovano impuniti i suoi torturatori e i suoi assassini

AGGIORNAMENTO

Slitta al 25 maggio prossimo la prima udienza preliminare a carico dei quattro agenti dell'intelligence egiziana accusati di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate, per la morte del 28enne ricercatore italiano Giulio Regeni.

Lo slittamento dell'udienza è stato causato dal legittimo impedimento dovuto all'isolamento per il Covid di uno degli avvocati d'ufficio. La decisione è stata presa dal giudice Pierluigi Balestrieri dopo una breve camera di consiglio.

Gli agenti, ovviamente, non erano presenti in aula e l'udienza si sarebbe svolta in contumacia. Presenti invece i genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni, mentre a rappresentare l’ufficio del Pubblico Ministero c’erano il procuratore capo di Roma Michele Prestipino e il sostituto Sergio Colaiocco.

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