Cameron ci crede: "La riforma si farà". Ma tanti leader Ue sono ostili - Affaritaliani.it

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Cameron ci crede: "La riforma si farà". Ma tanti leader Ue sono ostili

David Cameron ora inizia a crederci sul serio, almeno a parole. Il premier britannico ha detto che la sua proposta di riforma dell'Ue sta ricevendo "un buon riscontro" da diversi leader europei. E l'esito del voto in Danimarca può dargli una mano. Molti Stati hanno ribadito il loro desiderio che la Gran Bretagna rimanga nell'Unione europea, ma non sono disposti a fare concessioni su temi come la libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione e la non discriminazione tra i cittadini di Stati Ue.

In particolare Francia e Germania sostengono che la proposta del Regno Unito rischia di minare i principi fondanti dell'Unione europea. "Si tratta di un processo complicato", ha detto Cameron. "Ci saranno alti e bassi, giorni in cui sembra che sta andando tutto bene e altri in cui sembra che tutto sta andando male. Ma sono fiducioso, è tutto nella natura di una negoziazione così complesso".

L'agenda di Cameron è fittissima. Mercoledì ha incontrato Renzi in Italia (ad Expo) e ha già avuto colloqui con il Presidente del Parlamento europeo Schulz e con il primo ministro irlandese. Il portavoce di Cameron ha espresso la speranza che, in vista della stagione estiva, si possa passare da questi colloqui "privati" tra leader a un livello più alto con vertici politici e discussioni tecniche per trovare le soluzioni che Londra sta cercando.

D'altra parte Cameron ha presentato la riforma dell'Ue come un impegno elettorale ed è stato un elemento che lo ha portato alla netta riconferma a Downing Street. Il suo impegno solenne è stato quello del trasferimento di alcuni poteri da Bruxelles a Londra e di consentire al popolo britannico di votare ad un referendum sull'adesione del Regno Unito all'Ue. Per questo, se non dovesse ottenere quello che vuole, Cameron è anche pronto a portare avanti una campagna per l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue.

Per ora Cameron ha giocato abbastanza a carte coperte, non svelando tutti gli obiettivi che spera di ottenere al termine del processo negoziale. Ma questa strategia ha lasciato freddi parecchi leader europei, non entusiasti della mancanza di dettagli. Qualche critica gli è arrivata anche dall'interno, con alcuni conservatori che sostengono che la mancanza di chiarezza indebolisce la proposa di Cameron.

Anche per questo Cameron ha cominciato a svelare un po' le sue fiches, quantomeno all'interno. La questione più controversa è quella legata alla limitazione delle prestazioni sociali per i migranti europei. Una mossa popolare presso molti elettori britannici, ma che all'estero non è per niente vista bene e anzi viene considerata discriminatoria. Molto più alte allora le probabilità di strappare qualche concessione sulle norme legate alla competitività, ad esempio accelerando gli accordi commerciali e riducendo la regolamentazione.

Cameron vorrebbe anche dare ai parlamenti nazionali il potere di veto sulla legislazione Ue. Un tema molto spinoso che trova l'opposizione di molti paesi tra i quali l'Italia. Si teme ovviamente che dare troppe concessioni a Cameron potrebbe ridurre al minimo i poteri di Bruxelles. La Germania ha sempre detto che  avrebbe cercato di lavorare con la Gran Bretagna su alcuni temi, entro però certi limiti invalicabili, con l'obiettivo comunque di far restare Londra nell'Ue.

La stessa Merkel, aprendo al dialogo, ha ricordato che il principio europeo della libera circolazione e il principio di non discriminazione "non possono essere in discussione". Francia e Spagna hanno invece una posizione ancora più netta, e si sono per ora schierate su una posizione nettamente sfavorevole alla riforma di Cameron. Anche la Polonia ha definito "molto complicata" la possibilità che il negoziato porti a riforme profonde.

"Se vogliono vendermi una macchina, devono prima farmi vedere il motore e la storia della vettura", ha affermato l'ambasciatore polacco a Londra. Insomma, la richiesta a Cameron è quasi unanime: "Vogliamo i dettagli delle tue richieste". La vittoria della coalizione di destra in Danimarca può venire in suo aiuto. Il Partito del popolo di Rasmussen ha ripetuto più volte che avrebbe portato avanti le istanze di riforma di Cameron. Vedremo se basterà.