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Affari Europei
Catalogna, il maxi sciopero é un successo. Tensione Barcellona-Madrid
Manifestazioni a Barcellona

Trecentomila persone sono scese in piazza a Barcellona nel giorno dello sciopero generale in Catalogna, proclamato a due giorni dal referendum sull'indipedenza. Molte scuole non hanno aperto e il traffico, giá alle prime ore della giornata, era in tilt. L'80% dei circa 10 mila dipendenti del comune di Barcellona ha aderito allo sciopero generale. Centri civici, biblioteche, ludoteche, centri anziani, musei, teatri e centri d'arte gestiti dal comune non hanno aperto. Secondo i dati forniti dal ministero della saluta catalano inoltre, ha incrociato le braccia il 75% dei lavoratori del settore.

Manifestazioni di piazza contro Madrid e la polizia

Decine di migliaia di persone hanno sfilato in corteo a Barcellona urlando slogan come: "Fuori le forze di occupazione" e "le strade saranno sempre le nostre. Si tratta di una protesta di massa organizzata contro le violenze messe in atto dalla Guardia civil nel giorno del referendum indipendentista. Alcuni albergatori si sono poi rifiutati di ospitare i poliziotti inviati da Madrid.

Fiori sui luoghi degli scontri con la polizia

La concentrazione più grande è davanti alla Ramon Llull, dove c'è stata una carica di polizia. I dimostranti hanno portato fiori sul posto e all'evento era presente anche la sindaca di Barcellona, Ada Colau, che ha sottolineato che le scuole di Barcellona sono "un modello di convivenza che ci rappresenta". Centinaia di persone si sono riunite anche davanti alla scuola Mediterrania di Barcellona, in cui le cariche della polizia hanno provocato diversi feriti, e davanti all'istituto secondario Joan Fuster, uno dei primi in cui la Guardia civil è entrata, sfondando una porta.

La Commissione Ue: non siamo parte in causa

Bruxelles continua a non volersi intromettere nella questione catalana, nemmeno per una mediazione fra Madrid e Barcellona come richiesto da piu' parti. Il vice-presidente della Commissione, Jyrki Katainen, ha oggi confermato che l'esecutivo comunitario non ha intenzione di intervenire per favorire una mediazione tra il governo di Madrid e quello catalano dopo il referendum sull'indipendenza della Catalogna di domenica. "La Commissione non e' parte di questa situazione", ha detto Katainen, dopo un dibattito nella riunione del collegio dei commissari presieduta da Jean-Claude Juncker. "Non abbiamo discusso di cio' che la Commissione dovrebbe fare o fara'. E' una questione interna alla Spagna", ha spiegato Katainen. Nel dibattito di domani all'Europarlamento la Commissione sara' rappresentata dal vice-presidente Frans Timmermans.

Il Partito popolare: dai vertici catalani politica nazista, si voti

I partiti indipendentisti catalani Erc e Cup "stanno desiderando che in Catalogna ci siano dei morti", la decisione di convocare uno sciopero generale rivela una politica "di stampo nazista". Lo ha detto il portavoce del Partito Popolare in Parlamento, Rafael Hernando, intervistato dalla emittente Rne. Secondo l'esponente del partito del primo ministro Mariano Rajoy, la classe dirigente catalana ha sempre meno consenso tra gli stessi cittadini della Catalogna e dovrebbe convocare elezioni anticipate: "Ci sono stati molti milioni di catalani che sono rimasti a casa in giorno del referendum - ha detto Hernando - ed e' stato un atto eroico". Il presidente catalano Carles Puigdemont, "se davvero crede di avere vinto domenica scorsa faccia come si fece nel 2012 dopo la Diada (la festa nazionale catalana n.d.r.) e convochi elezioni, perche' siamo in una situazione simile", ha aggiunto.

Madrid: il governo catalano  incita alla ribellione

Il governo catalano "incita alla ribellione". Lo dice il ministro degli Interni di Madrid, Juan Ignacio Zoido. "Vediamo che il governo catalano sta spingendo ogni giorno il popolo catalano verso l'abisso e incita alla ribellione nelle strade delle citta'", ha detto Zoido. Il governo centrale, ha aggiunto, prendera' tutte le misure necessarie per "frenare gli atti di assedio" contro la polizia spagnola.

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