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Affari Europei
Digital company, la vera sfida Ue sono le tasse, non le multe
Bruxelles alla prova della web tax

 

La sanzione che la Commissione europea ha staccato a Google é da far tremare i polsi: 2,42 miliardi di euro. Ma a ben vedere si tratta di una cifra piccola rispetto ai miliardi che ogni anno i giganti del web eludono al Fisco. Per business immateriali, come quelli portati avanti da Facebook o Google, é difficile valutare dove e quali tasse le compagnie devono pagare. Ma per Bruxelles la cosiddetta web tax é ormai una priorità.

La multa a Google e ad Apple

Big G é accusata di abuso di posizione dominante per il suo servizio di shopping online. Avrebbe infatti privilegiato i suoi sistemi rispetto a quelli della concorrenza, determinando in questo modo una distorsione del mercato. Si tratta di una pratica commerciale scorretta, ben diversa dall'accusa ad Apple. In questo caso la Commissione ha condannato l'azienda della mela morsicata a risarcire il governo di Dublino con ben 13 miliardi di euro.

Anche in Europa esistono i paradisi fiscali

L'Irlanda aveva infatti concesso ad Apple (e ad altre aziende hi-tech) la possibilitá di pagare meno tasse del dovuto. Per l'Unione europea si tratta di una sorta di aiuto di stato e dunque Dublino é stata condannata a chiedere indietro ad Apple tributi non versati per 13 miliardi. Ma le aziende che cercano di pagare meno tasse in Europa sono moltissime, come moltissimi sono i Paesi che offrono sconti.

Tax ruling e web tax

Sono i cosiddetti tax rulings, accordi tra privati e governi con i quali si abbassano le tasse che una compagnia deve pagare sui profitti. In questo modo alcuni Paesi, come il Lussemburgo, l'Olanda e l'Irlanda mirano ad attirare le aziende estere. E ci riescono. Jean Claude Juncker, che pure da premier del Granducato ha fatto ricorso a questi strumenti, ha deciso una guerra ai tax ruling. Ma la vera sfida é la web tax.

Tassare l'immateriale: la sfida di Bruxelles

Se infatti i tax rulings sono applicabili a qualunque azienda, per quelle digitali il compito é molto piú arduo. Giá, perché quantificare i profitti fatti da Google o Facebook, che non vedono e non producono nulla di materiale, é assai arduo. La sede puó essere in un qualunque Paese del Globo senza che ci siano problemi per l'azienda. Va detto, le politiche fiscali sono appannaggio degli Stati membri, ma da Bruxelles spingono perché si adotti una legislazione condivisa in modo da evitare che queste aziende spostino le sedi da un Paese all'altro alla ricerca del miglior ambiente.

L'italiana web tax

Anche il governo italiano sta cercando di tassare le compagnie digitali. Ma la web tax in discussione in parlamento é molto distante da quella che possiamo immaginare e si avvicina piú ad una voluntary disclosure. Di fatto si invitano le aziende digitali con un giro di affari di almeno 50 milioni in Italia a confrontarsi con il Fisco per determinare le imposte da pagare e avere uno sconto sull'eventuali sanzioni. Insomma, per le aziende nessun obbligo.

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