Germania, la vera sfida é per il terzo posto - Affaritaliani.it

Affari Europei

Germania, la vera sfida é per il terzo posto

Merkel e Schulz hanno il primo e secondo posto in tasca, ma la vera battaglia é tra Verdi, Liberali e Linke per il terzo

 

In una Germania ricca e soddisfatta di sé stessa pensare di poter rivoluzionare il panorama politico semplicemente non é na opzione. Merkel vincerà le elezioni il 24 settembre e la Spd arriverà seconda. Molto dipenderá con quali margini la Csu-Cdu vincerá il duello con Schulz, ma la vera cartina di tornasole per capire dove il Paese sta andando é guardare al terzo posto. Se lo aggiudicheranno i Verdi, in profonda crisi, il Liberali, tornati alla ribalta, o Afd, il partito euroscettico e xenofobo che vuole la Germanexit?

La sinistra estrema che piace agli scontenti

Secondo i sondaggi il partito minore che dovrebbe incassare il maggiore sostegno popolare é Die Linke, la sinistra massimalista, che sta crescendo molto nei land dell'est. E' un partito che all'inizio qualcuno aveva dato come possibile alleato di Schulz nel caso l'Spd avesse vinto le elezioni. Sicuramente é una formazione che é stata capace di intercettare il malcontento di quella grande parte del Paese che non sta godendo della crescita economica, come i cosiddetti minijob.

Afd piace ma non sfonda

Dopo una iniziale fiammata che l'aveva portata oltre soglia 10% Alternativa per la Germania arriva molto ridimensionata a questa prova elettorale. Primo, perché la lotta fratricida all'interno del partito ha screditato agli occhi degli elettori la formazione, indebolendola. Secondo, perché la crisi dei migranti sembra essere rientrata. Terzo, perché da Natale in Germania non ci sono attacchi terroristici. Quarto, perché il Paese é ricco e sazio e non vede perché dovrebbe imbarcarsi in una avventura molto pericolosa con l'Afd.

I Verdi sonnecchianti rischiano di rimanere fuori

Il sistema elettorale tedesco prevede una soglia di sbarramento al 5% e i Verdi, che gli ultimi sondaggi danno interno al 7%, temono di rimanere fuori dal Parlamento. Prosegue la crisi degli ecologisti teutonici che dopo il boom degli anni Novanta vivono oggi una graduale discesa nel consenso della popolazione.