Gran Bretagna, un piccolo imprenditore su due vuole restare nell'Ue - Affaritaliani.it

Affari Europei

Gran Bretagna, un piccolo imprenditore su due vuole restare nell'Ue

Quasi la metà (il 47%) dei piccoli imprenditori britannici voterebbe per rimanere nell'Unione Europea se il prossimo referendum sull'adesione del Regno Unito del blocco si tenesse oggi. Il 40,9& degli intervistati di un nuovo sondaggio condotto dalla Federazione delle piccole imprese (Fsb, che conta 200 mila membri)) ha detto che voterebbe "No", con il 10,7% di indecisi. Tra quelli che voterebbero "sì" alla permanenza nell'Ue più di un terzo vorrebbe comunque vedere il trasferimento di competenze da Bruxelles a Londra.

Questo potrebbe essere letto come un supporto alla spinta di Cameron verso una riforma dell'Unione Europea, posta come condizione irrinunciabile per non isolarsi. Il 12,9 % degli intervistati, invece, chiede una maggiore integrazione con l'Ue. Sicuramente, queste tendenze di voto, e le loro motivazioni, dimostrano che il mondo delle imprese britanniche non è soddisfatto di come stanno attualmente le cose tra Regno Unito e Unione Europea e sembra necessario un cambiamento. Si tratta di numeri molto significativi, visto che due terzi dei votanti Sì (66,7%) sono esportatori verso l'Ue e il 56% importatori. La tendenza e la volontà di riforma non fa comunque accettare acriticamente il piano di David Cameron, visto che la maggior parte degli itnervistati chiede al primo ministro più chiarezza su quello che intende riformare nei rapporti tra Gran Bretagna e Ue.

Nel frattempo, imbaldanzita dall'indubbio trionfo alle elezioni del 7 maggio, che ha visto i deputati dello Scottish National Party passare dai 6 del 2010 a 56 (a scapito dei laburisti), il first minister di Edimburgo, Nicola Sturgeon vuole un secondo referendum sull'indipendenza della Scozia, malgrado la sconfitta a quello del 2014. La signora Sturgeon, anche leader dello stesso Snp, ha annunciato che nel 'manifesto' del partito del 2016 ci saranno gli elementi per obbligare Londra ad accettare una nuova consultazione, eventualita' esclusa dal premier conservatore David Cameron, che ha ricordato come gli scozzesi si siano gia' pronunciati ed abbiano bocciato l'idea. Ma Sturgeon ritiene che se la maggioranza degli scozzesi voteranno, nelle elezioni locali del maggio 2016, per un partito (il suo) che ne proporra' uno nuovo, allora Londra dovra' capitolare.