Affari Europei
Spagna, Rajoy e Podemos si sfidano sulla crisi greca

File interminabili davanti agli sportelli bancomat, mancanza di cibo e medicinali e tutto il resto. Le drammatiche immagini della crisi greca vengono agitate da Mariano Rajoy come uno spauracchio. Così spera di far accettare più facilmente dagli spagnoli le misure di austerity imposte dal suo governo. Il primo ministro ha fatto capire agli spagnoli che se non fosse stato per le sue politiche di austerità apprezzate dall'Unione Europea anche loro avrebbero potuto fare la stessa fine dei greci.
Il rivale di Rajoy, invece, Pablo Iglesias, il capo del partito di estrema sinistra ambientalista Podemos, sostiene che la crisi stessa sia causata dalle richieste provenienti dall'Unione Europea e dalla Germania per stringere la cinghia sulla Grecia e sulle altri fragili economie dell'Europa del Sud. A pochi mesi dalle elezioni generali di novembre, la politica spagnola si vive in larga parte sulla questione greca. La resa dei conti tra Atene e i suoi creditori è diventata il campo di scontro tra i conservatori spagnoli e l'opposizione più strenua e maggiormente in crescita.
L'esito di questo scontro è del tutto incerto. Rajoy ha subito colto la palla al balzo per sottolineare la diversità del risultato ottenuto da una politica greca definita "poco seria" che ha portato, secondo il primo ministro, un intero Paese allo sbando. Rajoy rivendica invece di aver salvato la Spagna difendendo le impopolari misure di austerità adottate ormai 3 anni fa durante la peggiore recessione di tutti i tempi per il Paese iberico.
Molti spagnoli sembrano essere d'accordo con la linea dura di Rajoy. Secondo un sondaggio di Metroscopia, infatti, il 43% dei partecipanti si schiera dalla parte dei creditori e il 25% dalla parte del governo Tsipras. Ma il consenso verso Podemos è sempre alto. E nelle scorse settimane Pablo Iglesias non ha di certo fatto mistero del suo sostegno verso la politica di Tsipras. "L'Europa è stata distrutta dal totalitarismo finanziario", ha affermato.
La strada indicata da Podemos è dunque radicalmente diversa da quella dei conservatori di Rajoy. Secondo il partito di estrema sinistra, infatti, è tutta l'Europa a dover cambiare e allentare quello che viene definito "un cappio intorno al collo" dei greci, che domani potrebbe essere quello degli spagnoli. Mai come in questo caso una campagna elettorale spagnola è stata dominata da questioni di politica estera. Il duello Atene-Bruxelles potrebbe decidere anche la sfida Rajoy-Iglesias.