Affari Europei
Ogm in Europa e Italia, ecco tutto quello che c’è da sapere

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Presidente La Via, qual è lo stato dell'arte della legislazione in Europa sulla coltivazione di piante ogm?
“La legislazione europea lascia agli Stati membri la libertà di vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati. Le ragioni addotte possono essere varie, ma non sono attinenti alle ripercussioni sulla salute delle persone. Riguardano piuttosto la volontà di mantenere un Paese fortemente imperniato sulla coltivazione biologica o sulla tutela del dop e dell’igp, che escludono gli ogm”.
C’è una autorità europea che si occupa di controllare la sicurezza delle sementi ogm importate e dei derivati di tali piante?
“Assolutamente sì. Noi ora ci troviamo nella sede dell’Efsa (European food safety authority, ndr) ed è qui che gli scienziati studiano gli effetti sulla salute e sull’ambiente degli organismi geneticamente modificati. Nessun organismo può essere commercializzato o coltivato in Europa senza prima avere il loro via libera”.
Gli allevatori possono importare mangimi prodotti con piante geneticamente modificate?
“In Europa e in Italia non è vietata la commercializzazione di prodotti ogm e gli allevatori italiani dipendono in larga parte da mangimi provenienti dall’estero e fatti con piante geneticamente modificate. Se prendiamo ad esempio la soia il 90% delle coltivazioni mondiali sono ogm”.
La Commissione europea ha presentato una proposta per dare la possibilità agli Stati di vietare che gli allevatori possano importare mangimi ogm, che cosa ne pensa?
“Il rischio è che si abbia una Europa a macchia di leopardo. Dove cioè i singoli Paesi fanno scelte diverse e quindi condizionano gli allevatori e la loro capacità di stare sul mercato. Il vantaggio competitivo per gli allevatori che operano in Paesi dove è possibile commercializzare mangimi ogm è stimato tra il 5 e l’8 per cento. Con una profonda crisi del settore lattiero-caseario una batosta come questa sarebbe devastante per gli allevatori”.
Che cosa chiedete?
“Noi vogliamo lasciare le cose come stanno: libertà di commercio e di impiego, ma non di coltivazione. Fra poco ci sarà un voto in commissione Envi che boccerà sicuramente la proposta dell'esecutivo Ue. Poi ad ottobre si dovrà esprimere la plenaria del Parlamento e ci aspettiamo che la maggioranza dei deputati voterà in modo simile a quanto fatto in commissione”.
Si può dire che l’Italia è ‘ogm-free’?
“Possiamo dire che lo è nella misura in cui il governo italiano provvederà, così come ha annunciato, a vietare la coltivazione degli ogm. Ma con riferimento al loro commercio l'Italia è un Paese che, come tutti gli altri, vede passare sul suo territorio semi geneticamente modificati usati soprattutto per l’allevamento del bestiame”.
C’è l'obbligo di segnare in etichetta se un animale è nutrito con foraggio ogm o se un prodotto contiene derivati di vegetali geneticamente modificati?
“Chi produce un alimento deve scrivere in etichetta se ha usato vegetali geneticamente modificati per produrlo. Questo obbligo però non vale per gli allevatori, perché non è l’ogm stesso oggetto del consumo, ma la carne. Quindi nessun obbligo di indicazione di origine della materia vegetale utilizzata nella zootecnia”.