Polonia, sfida all'Ue: "Timmermans ci attacca perché è di sinistra" - Affaritaliani.it

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Polonia, sfida all'Ue: "Timmermans ci attacca perché è di sinistra"

La Commissione Europea ha ricevuto dal governo polacco le risposte alle richieste di spiegazioni sulle riforme della corte costituzionale e del sistema dei media e avvierà nelle prossime ore un dibattito politico "orientativo" a livello di commissari sul rispetto dello stato di diritto in Polonia. Lo ha confermato il portavoce Margaritis Schinas, precisando che il 7 gennaio è arrivata la risposta sulla riforma dei media e l'11 gennaio quella sulla corte costituzionale, in risposta alle lettere inviate rispettivamente il 21 e il 31 dicembre scorso dal vicepresidente Frans Timmermans al nuovo governo dopo le contestate riforme. Ora via al dibattito.

Ma intanto dalla Polonia si fa sempre più forte la polemica contro Bruxelles. A Varsavia si parla apertamente di “accuse ingiustificate e conclusioni scorrette” mosse da un commissario “con convinzioni di sinistra” per “esercitare pressione su un Parlamento e un governo” di destra “democraticamente eletti”. Nel mirino c'è chiaramente Timmermans e il ministro della giustizia polacco Zbigniew Zobro non ha la benché minima idea di difendersi, anzi passa al contrattacco. 

“Sono rimasto esterrefatto nel leggere la lettera che mi ha gentilmente inviato”, scrive nella missiva giunta questa notte a Bruxelles. Il testo, secondo Varsavia, mostra infatti “una mancanza di conoscenza degli sviluppi fattuali relativi alla Corte costituzionale”. Informazioni che Timmermans “avrebbe potuto ottenere da me usando i contatti di routine”, ricorda il ministro polacco concludendo: “Deploro che abbia deciso di non farlo”.

La Polonia “è uno Stato sovrano e democratico”, tiene a precisare Ziobro, chiedendo a Timmermans di “esercitare in futuro maggiore cautela nel dare istruzioni e ammonire” il Paese, nonostante “le differenze ideologiche che possono esistere tra noi, visto che lei ha convinzioni di sinistra”. Ora si apre una partita molto delicata dove le istituzioni Ue decideranno sul comportamento di un Paese che però è pronto a disconoscere i loro rilievi ed eventualmente anche la loro autorità.