Affari Europei
Ue preoccupata, la Polonia vuole il divieto totale di aborto
Varsavia istituisce anche il registro dei crimini sessuali
Ue preoccupata da Varsavia. La premier polacca, l'ultraconservatrice Beata Szydlo, si è detta a favore di una proibizione totale dell'aborto nel suo Paese. "Appoggio questa iniziativa", ha dichiarato parlando alla radio pubblica polacca facendo riferimento al movimento cittadino 'Porre fine all'aborto' che sta raccogliendo firme per proporre un cambiamento della legge. Szydlo, favorevole anche ad aprire un dibattito in Parlamento su questa iniziativa, ha ricordato che la sua opinione non è necessariamente uguale a quella dei deputati del suo partito, la formazione nazionalista e ultraconservatrice Legge e Giustizia, che ha la maggioranza assoluto nella Camera bassa dopo le elezioni di ottobre.
"Ciascuno di noi agirà secondo coscienza", ha assicurato ribadendo che su questioni etiche come l'aborto non vige la disciplina di partito. Alcuni vescovi polacchi recentemente hanno condannato la legge vigente sull'aborto, definendola 'inaccettabile'. La legge polacca permette l'interruzione di gravidanza solo in caso di stupro, di grave disabilità del feto, o rischio per la vita della madre. Secondo i vescovi e gli oppositori all'aborto, neanche queste cause giustificherebbero un'interruzione di gravidanza.
Nel frattempo la Camera dei deputati polacca, controllata dal partito conservatore Diritto e giustizia di Jaroslaw Kaczynski, ha approvato una legge che prevede la creazione di un registro pubblico e accessibile da tutti sui criminali sessuali, in particolare i pedofili. Il testo è stato approvato con 275 sì, due no e 166 astenuti. Il ministero della Giustizia creerà un registro con le principali informazioni sui criminali, in particolare pedofili, particolarmente violenti o recidivi senza l'indirizzo preciso ma con le indicazione della città dove risiedono. Un altro registro più dettagliato, con ulteriori informazioni, indirizzi e foto, sarà a disposizione delle autorità giudiziarie, della polizia e dei rappresentanti delle amministrazioni pubbliche. Il problema è che sul registro saranno rese pubbliche anche informazioni su parenti e persone non direttamente coinvolte. Quello che accade in Polonia preoccupa, e non poco, Bruxelles.