Affari Europei
Polonia, l'Ue avvia esame sullo stato di diritto. Ecco cosa rischia Varsavia

La Commissione Europea ha deciso di avviare una "valutazione preliminare" sullo stato di diritto in Polonia dopo il varo delle riforme del Tribunale costituzionale e del sistema dei media. Lo ha annunciato, al termine del collegio dei commissari, il vicepresidente dell'esecutivo Ue Frans Timmermans. "Ho appena firmato una lettera per le autorità polacche", ha spiegato. "L'approccio resta quello della cooperazione e del dialogo, non di accusa o della polemica".
Non si tratta di un'ingerenza nella politica polacca, ha precisato Timmermans, "la politica interna della Polonia non ci riguarda, ma e' nostra responsabilità, prevista dai trattati, quella di garantire il rispetto dello stato di diritto. Senza questo, non c'è democrazia". Il vicepresidente ha aggiunto di essere a disposizione per il dialogo, "a Varsavia, qui a Bruxelles o dove vuole il governo polacco, se decide di non voler rispondere per iscritto" alla lettera inviata oggi. "Nelle prossime settimane conto di impegnarmi per avviare il dialogo" con Varsavia.
Con l'avvio di una "valutazione preliminare" sulle riforme dei media e della Corte costituzionale in Polonia, è la prima volta, da quando nel marzo 2014 era stata approvato dalla Commissione Barroso il nuovo "quadro legislativo" Ue per difendere lo stato di diritto, che l'esecutivo di Bruxelles avvia una vera procedura contro uno stato membro. "Era il nostro dovere" ha spiegato il vicepresidente Frans Timmermans, "lo scorso 23 dicembre ho scritto a Varsavia dando loro la possibilità di evitarlo. Ora non potevamo non avviare l'esame preliminare". Secondo le norme approvate quasi due anni fa, la procedura può arrivare fino ad escludere un paese dal voto sulle decisioni al Consiglio.