Affari Europei
Polonia verso il divieto totale di aborto. Ira dell'Ue: "Oscurantismo"
Tensione tra Bruxelles e Varsavia. S&D: "Violazione dei diritti delle donne"
Sempre più vicina la clamorosa introduzione del divieto totale di aborto in Polonia. La premier polacca, l'ultraconservatrice Beata Szydlo, si è detta a favore di una proibizione totale dell'aborto nel suo Paese. "Appoggio questa iniziativa", ha dichiarato negli scorsi giorni parlando alla radio pubblica polacca facendo riferimento al movimento cittadino 'Porre fine all'aborto' che sta raccogliendo firme per proporre un cambiamento della legge.
Tutto nasce dalle pressioni della potente chiesa polacca. L'appello dei vescovi polacchi "a garantire una piena tutela legale dei non ancora nati" e a modificare in tal senso l'attuale normativa ha fatto breccia nel mondo politico e nel governo populista. Negli scorsi giorni ci sono state molte proteste in tutto il Paese. A Varsavia migliaia di persone hanno manifestato davanti alla sede del Parlamento polacco per protestare contro il progetto di legge.
Ma il governo va dritto per la sua strada e ora l'Unione Europea è seriamente preoccupata. In particolare, gli eurodeputati socialisti sono intervenuti sulla vicenda in maniera molto netta, dichiarando il proprio sostegno alle manifestazioni che saranno organizzate nel corso del weekend in diverse città d’Europa in solidarietà con la richiesta delle donne polacche di fermare questa iniziativa. “Nei nostri tempi moderni, nessuna donna, nessun dottore e nessuno in generale dovrebbe andare in carcere per avere commesso o aiutato a commettere un aborto”, protesta il leader S&D, Gianni Pittella. “Noi come socialisti ci opponiamo a questa forma di oscurantismo di un’altra epoca. Non possiamo stare a guardare di fronte violazioni così drammatiche dei diritti delle donne in uno Stato membro dell’Ue”. L'ennesima vicenda che mette in luce i difficili e tesi rapporti tra Bruxelles e Varsavia.