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Affari Europei
"Porti aperti? Un invito ai migranti a salpare”. L’intervista ad Angelo Ciocca

Uno dei cavalli di battaglia di Matteo Salvini mentre era ministro dell’Interno è stato il contrasto all’immigrazione clandestina e soprattutto alle Organizzazioni non governative che operavano nel Mediterraneo. Con il nuovo esecutivo le cose sembrano essere cambiate, prova ne è l’autorizzazione concessa all'Ocean Viking di attraccare al porto di Lampedusa.

“Il messaggio che stiamo mandando alle persone che oggi vivono in Africa e che stanno valutando se partire é che l’Europa ha aperto le frontiere”, spiega ad Affaritaliani.it Angelo Ciocca, eurodeputato della Lega. “La linea dura di Salvini aveva scoraggiato molti dal partire, rischiando la propria vita, perché c’era la certezza che non sarebbero arrivati in Italia. Ora le cose non stanno più così”.

Onorevole Ciocca, l’Italia dovrebbe chiudere i porti completamente?

“Bisogna fare una distinzione di fondo. Le persone che davvero scappano dalla guerra devono essere aiutate, ma bisogna farlo attraverso dei canali umanitari, senza fargli rischiare la vita nel deserto o sui barconi nel Mediterraneo. Altra cosa sono i migranti economici che invece non possono essere accolti in Italia. Dobbiamo fargli capire che lo sbarco è impossibile, questo funge da deterrente per nuove partenze”.

In molti ritengono che l’Italia abbia bisogno di migranti per contrastare un invecchiamento della popolazione e la mancanza di manodopera. Non è così?

“Per risolvere il problema demografico dobbiamo aiutare le famiglie che vogliono fare i figli, non aprire i porti ai migranti. E poi dobbiamo pensare ai nostri giovani che oggi non trovano lavoro e hanno gli immigrati che gli fanno concorrenza. L’Italia investe risorse per gestire questa crisi quando ci sono tanti cittadini italiani in condizioni di necessità che avrebbero bisogno di un aiuto. Una situazione non casuale ma che risponde a un preciso piano”.

A che piano si riferisce?

“I grandi interessi economici hanno tutto l’interesse a favorire l’immigrazione per avere manodopera a basso costo. Questa situazione spinge poi le famiglie ad indebitarsi”.

In che modo?

“Fortunatamente in Italia abbiamo raggiunto negli anni passati un buon livello di benessere a cui le famiglie non vogliono rinunciare. Ma in una situazione di depressione economica sono spinte ad indebitarsi per comprare beni di consumo a cui ormai sono abituate. Questo a tutto vantaggio dei fondi speculativi che lucrano sul microcredito”.

Che cosa dovrebbe fare l’Unione europea?

“Nel quadro finanziario pluriennale l'Ue ha stanziato 27 miliardi di euro per la gestione dei migranti. Io credo che investendo cifre molto più ridotte nei Paesi di origine risolveremo il problema facendo crescere l’economia locale ed evitando che migliaia di persone si mettono in viaggio rischiando la vita per venire Europa”.

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