Affari Europei
Crollo dei prezzi e giacimenti ko. Crisi nera per la capitale petrolifera Ue
Ora Aberdeen è alle corde. Non solo i prezzi del petrolio sono in crollo verticale, ora ci si mette anche l'impoverimento dei giacimenti del Mare del Nord. E così la capitale europea del petrolio si trova davvero in un vicolo cieco. Il crollo dei prezzi dell'oro nero è cominciata già da parecchi mesi e sembra praticamente inarrestabile.
Spesso chiamata la capitale energetica europeo per l'elevato numero di imprese petrolifere che operano sul suo territorio, Aberdeen è una vittima del forte calo dei prezzi rispetto allo scorso anno. Una situazione che minaccia di mettere in pericolo il tessuto sociale ed economico di una città cresciuta quasi esclusivamente all'ombra dell'oro nero. Più di mille lavoratori del settore del petrolio sono stati licenziati nella regione da quando la crisi è iniziata lo scorso anno. Le imprese locali, dai taxi agli alberghi e ristoranti, segnalano un minor numero di clienti e temono che il peggio debba ancora arrivare.
Sono in tanti i lavoratori di Aberdeen a essere passati da uno stipendio di più di 800 sterline alla settimana a un sussidio di disoccupazione di 60 sterline. E la tensione sociale si fa sempre più alta. BP, Shell e Chevron hanno dovuto operare centinaia di licenziamenti nelle attività collegate all'estrazione nel Mare del Nord. Si tratta di una crisi drammatica che coinvolge tutta la zona. I più fortunati, quelli che non perdono il lavoro, vedono cambiare tutta la loro situazione occupazionale con turnazioni più lunghe, lavori più impegnativi, meno benefit.
La speranza è che i prezzi tornino a risalire ma ora all'orizzonte si intravede già un altro problema. I giacimenti del Mare del Nord, infatti, sono un po' più aridi di un tempo e secondo molti esperti sarebbero addirittura in via di esaurimento.