Siria, Macron rompe con Merkel e sta con Trump. I nuovi equilibri europei - Affaritaliani.it

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Siria, Macron rompe con Merkel e sta con Trump. I nuovi equilibri europei

Nel 2003 gli Usa diedero dei "traditori" ai francesi sulla guerra in Iraq. Oggi Macron si schiera apertamente con Trump sul caso in Siria e spacca l'Ue

Guerra in Siria? Il precedente dell'Iraq

C'era una volta la più grande potenza mondiale che accusava un suo storico alleato europeo di essere un "traditore". Correva l'anno 2003 e gli Stati Uniti di George W. Bush stavano per invadere l'Iraq. Washington sosteneva ci fossero le prove che delle armi nucleari erano in possesso del regime di Saddam Hussein, a suo tempo ex alleato degli Usa. La Francia di Jacques Chirac cercò di dissuadere l'alleato americano a dare il via a una guerra che avrebbe potuto avere conseguenze spiacevoli. Ma Bush non lo ascoltò. Anzi, la Casa Bianca diede dei "traditori" ai francesi. Anche la Germania si oppose all'intervento bellico. Ma gli Usa diedero il via alla guerra insieme alla Grann Bretagna di Tony Blair. E il resto, compresa l'assenza delle armi nucleari in territorio iracheno, lo conoscono tutti.

Guerra in Siria, Theresa May con Trump ma la Merkel dice no

Oggi lo schema tra Stati Uniti ed Europa si ripete, con alcune importanti variazioni. Pur con modi diversi, gli Stati Uniti sono sempre quelli pronti a sferrare un attacco, questa volta alla Siria di Assad, accusato di aver utilizzato armi chimiche contro degli innocenti. Ai tempi di Bush non c'era ancora Twitter, luogo social sul quale Trump si diletta a mandare messaggi di qualsiasi tipo ad amici e soprattutto nemici. L'avvertimento alla Russia sembra quello di un cowboy appena entrato in un saloon, ma tant'è. Al fianco di Washington, ora come allora, si è subito schierata Londra. Theresa May, spinta anche dallo spinoso caso dell'avvelenamento dell'ex spia del Kgb Skripal, spinge per l'intervento in Siria. Anche la Germania non ha mutato la sua posizione. Angela Merkel ha infatti dichiarato che non appoggerà nessun intervento militare in Siria.

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Ma qualcosa è cambiato. L'Italia, contrariamente al 2003 quando al governo c'era Silvio Berlusconi, si è subito sfilata. Ma, soprattutto, la Francia ha ribaltato la sua politica estera. Emmanuel Macron, aspirante sovrano della nuova Unione europea post Merkel e post Juncker, è forse ancora più deciso di Trump, pur se con toni decisamente meno spacconi, dell'opportunità di intervenire contro il regime di Assad. La Francia stavolta si è dunque imposta come primo partner degli Usa e il filo tra Parigi e Oltreoceano si è fatto più spesso che mai. In ballo non c'è solo la questione del Medio Oriente, per quanto sia cruciale. In ballo per Macron c'è anche la leadership continentale, che l'inquilino dell'Eliseuo vuole sfilare alla cancelliera di Berlino. L'attivismo internazionale di Macron è colossale. Gli incontri con i leader internazionali si sono succeduti senza sosta da quando è stato eletto, così come le sue visite all'estero. Il tutto anche a scapito di qualche sottovalutazione sul piano interno, con diversi settori scontenti dell'operato del Président. La Merkel, dal canto suo, è preoccupata e guarda con fastidio all'iperattivismo francese. Su Assad si gioca anche una partita europea.