Alfredo Cospito è ostaggio della battaglia politica, intervenga Mattarella

Tutto il rumore sul caso-Donzelli rischia di oscurare il vero tema: la tutela della vita umana, anche di chi ha commesso reati

Di Lorenzo Zacchetti
Alfredo Cospito
Cronache

La discussione sul 41 bis richiede tempo, mentre per Cospito bisogna intervenire subito

L’apertura di un’inchiesta sullo scontro in Parlamento tra Donzelli e il Pd è, in fin dei conti, una buona notizia. Certo, non è stata una pagina particolarmente edificante, ma magari almeno ora si lascerà a chi di dovere individuare eventuali responsabilità, togliendo il cappello della politica da una questione molto più seria: la vita di Alfredo Cospito.

Allontaniamo dal suo nome ogni etichetta, da quella di anarchico a quella di reo: per quanto possano essere vere, spostano il ragionamento sul terreno di una battaglia politica infima, il substrato sul quale è maturato quello che lo stesso Donzelli - sono certo - riconoscerà come un grave errore. Questa distorsione, come tutte le altre possibili, crea solo confusione.

E' ovvio che lo Stato non debba trattare con i terroristi, non c'è dubbio, ma non è di questo che stiamo parlando, bensì della necessità di tutelare la dignità della vita di una singola persona, a prescindere da chi si batte per lui. A volte persino peggiorando la situazione.

Questo va fatto, andando oltre le sue colpe giudiziarie, le bandiere politiche infilzate con opportunismo su questa vicenda e persino oltre il dibattito sul 41 bis, che per alcuni è contrario alla Costituzione e per altri è fondamentale per combattere la mafia. Oltretutto, vi sembra normale che questo pasticcio si verifichi a poche ore dalla cattura di Matteo Messina Denaro, che molti sospettano essere stata concordata? Meglio di no, francamente.

Lasciamo stare trattative e pugni di ferro o, meglio, rinviamo ad altra sede il dibattito su tutti questi fondamentali temi. Nel frattempo, però, acceleriamo il giudizio di merito sul caso di Alfredo Cospito, che sta morendo, e, lo ribadiamo per l’ennesima volta, il 7 marzo rischia di essere troppo tardi. Dopo il ministro Nordio e Papa Francesco, ci appelliamo anche al Presidente Mattarella. Chi può, intervenga. Ma su Cospito, che per il resto avremo tempo dopo.

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