Diritti civili, sì a dicitura neutra genitore 1 e 2 sui documenti dei figli

Accolto dal tribunale di Roma il ricorso presentato da una coppia di donne. Salvini: "Sono senza parole"

Cronache

È stato accolto il ricorso presentato da una coppia omogenitoriale contro il decreto Salvini del 2019

Una coppia omogenitoriale sarà libera di inserire la dicitura "genitore" sui documenti della figlia invece di "madre" e "padre". Lo ha deciso il tribunale civile di Roma, che ha accolto il ricorso di due genitori donna, quella legale e quella adottiva, contro il decreto del gennaio 2019 dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini.

La coppia si è presentata al comune per chiedere la carta di identità, ma lì è stato detto loro che serviva la scritta ‘padre e madre o chi ne fa le veci’. Le due mamme si sono rivolte al tribunale ordinario e il giudice ha dato loro ragione. La sentenza, però, riguarda solo questo caso e non sembrano esserci indicazioni di modifiche da parte del governo attuale, almeno per ora. 

Il decreto Salvini, tuttora in vigore, è sempre stato considerato discriminatorio nei confronti delle coppie dello stesso sesso da parte degli attivisti per i diritti della comunità LGBTQA+. Anche il Garante per la protezione dei dati personali l’aveva ritenuto problematico, soprattutto per ragioni burocratiche e amministrative. 

Il tribunale di Roma ha accolto buona parte delle argomentazioni presentate dagli avvocati delle due donne: nelle motivazioni, il giudice Francesco Crisafulli ha scritto che il caso riguarda soprattutto «il diritto delle due donne giuridicamente riconosciute come genitrici della bambina (l’una per esserne anche madre naturale, l’altra per averla adottata) a vedersi identificate, nella carta d’identità della figlia, in modo conforme alla loro identità sessuale e di genere», ma anche «il diritto della minore stessa ad una corretta rappresentazione della sua situazione familiare».

Non sono tardati i commenti della politica. "Rimaniamo perplessi di fronte alla sentenza del Tribunale civile di Roma che accoglie il ricorso di due donne e stabilisce che sul documento d’identità di una bambina dovrà comparire la dicitura neutra di genitore. Questa decisione rischia di legittimare un atteggiamento ipocrita dal momento che la madre genitrice della bambina può essere solo una delle due donne. Fratelli d’Italia, come forza principale di governo, combatterà quest’ingiustizia e farà di tutto per garantire ai bambini il diritto naturale di avere un padre e una madre" ha detto il deputato di Fratelli d'Italia, Cristina Caretta.

Anche Matteo Salvini ha commentato la sentenza sui suoi canali social: "Usare sulla carta d’identità le parole padre e madre (le parole più belle del mondo) secondo il Tribunale Civile di Roma sarebbe una violazione delle norme comunitarie e internazionali, da qui la decisione di sostituirle con la più neutra parola 'genitore'. Illegali o discriminanti le parole mamma e papà? Non ho parole, ma davvero".

"L'ordinanza del Tribunale civile di Roma sulla qualifica di genitore nella carta di identità elettronica risale al 9 settembre 2022 e non è stata impugnata dal Ministero dell'Interno. La decisione sarà esaminata dal Governo con particolare attenzione perché presenta evidenti problemi di esecuzione e mette a rischio il sistema di identificazione personale". Lo affermano fonti di palazzo Chigi.

 

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