L’alpina Papais difende i commilitoni e a Rimini scoppia il giallo-adesivi

Non accenna a concludersi la bufera sulle Penne Nere, ma la veterana nega gli abusi. Prima dei presunti abusi, già si parlava di "alpino molesto". Perchè?

Cronache
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L'alpina e veterana di guerra Papais difende i commilitoni: "Giù le mani dagli Alpini"

Continua la bufera sugli alpini dopo i fatti di Rimini. L’alpina e veterana di guerra Oriana Papais difende a spada tratta i commilitoni all’Adnkronos: "Anche noi eravamo a Rimini. Il capogruppo sa dove vanno i suoi alpini, dove alloggiano, quanti sono, come si comportano. Il capogruppo sa tutto, dunque ci vuole poco a monitorare se qualcuno ha fatto o non ha fatto lo stolto”.

“I miei si sono comportati tutti benissimo. Eravamo una ventina e come gruppo abbiamo ritrovato la nostra unione. Io non posso dire che tutti sono come i miei, ma non posso neanche dire che sono diversi dai miei", ha aggiunto la Papais.

L’alpina ha sottolineato: "Da quando sono negli alpini non si è mai verificata una cosa del genere. Poi può anche essere accaduto, ma che io sappia assolutamente no".

"Se penso a tutte le attività di volontariato che facciamo all’interno della nostra cittadina, e non solo noi, tutta la sezione è molto attiva, non posso assolutamente parlare male degli alpini. Assolutamente. Perché ogni volta che ci chiamano per qualcosa noi siamo sempre disponibili", ha concluso la Papais.

Chi è Oriana Papais?

Oriana Papais è la capogruppo degli Alpini di San Vito al Tagliamento e qualche anno fa si è recata a Mosul, roccaforte dell'Isis nel nord dell'Iraq. Nel 2014 la Papais ha partecipato ad Affari Tuoi portandosi a casa 30mila euro e descrivendo così la sua avventura: "È stata una esperienza entusiasmante, ho conosciuto belle persone ed è stato emozionante".
 

Il mistero degli adesivi "Alpino molesto" usciti prima dell'adunata

Un altro aspetto foriero di dubbio riguarda gli adesivi che si sono visti a Rimini già alcuni giorni prima dell'adunata delle Penne Nere, con un messaggio inequivocabile: "Alpino molesto, se mi tocchi ti calpesto". Come è possibile che, già prima dei presunti abusi, si parlasse di una cosa del genere? Ce lo si aspettava? O forse qualcuno ci sperava? Di fronte a fatti così gravi, è inevitabile farsi delle domande e fare piena luce anche su questo aspetto. L'informazione ha il dovere di segnalarlo, mentre le indagini del caso spettano agli inquirenti, per poi rimetterci alla verità processuale, quando ci sarà. Nel frattempo, qualche dubbio su questa brutta vicenda, che getta in cattiva luce il corpo degli Alpini, è davvero  inevitabile.

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
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