Miccichè, la "neve" con l'auto blu e il lampeggiante. Dosi di coca e festini

L'ex ministro di FI e il ristoratore pusher arrestato incastrati dalle intercettazioni. L'orario dei voli per stabilire la quantità desiderata: "Parto alle 2"

Di Redazione Cronache
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Miccichè incastrato dalle intercettazioni: "Vengo alle 5". Le chat

Nuovi sviluppi sulla maxi inchiesta dei traffici di droga che hanno coinvolto la palermo bene e che hanno portato all'arresto del ristoratore pusher Di Ferro. Arrivava nel noto ristorante della Palermo bene con l'auto blu e lampeggianti accesi, prendeva la cocaina e andava via. L’ex ministro e deputato forzista Gianfranco Miccichè - si legge sul Fatto Quotidiano - non è indagato, ma risulta citato negli atti dell'inchiesta della Procura di Palermo e della Squadra mobile. A "rifornire" di polvere bianca l’alfiere di Silvio Berlusconi in Sicilia, per circa una ventina di incontri, è Mario Di Ferro, finito ai domiciliari, titolare del noto ristorante di Villa Zito dove Miccichè si recava, e ritenuto l’anello di congiunzione tra i pusher e i clienti della Palermo bene. I due sono stati incastrati dalle intercettazioni telefoniche, linguaggio in codice per parlare delle dosi di droga desiderate.

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"Devo andare a Milano, - riporta il Fatto - e sarò fuori cinque giorni dice Miccichè". “A che ora hai il volo per Milano, però?", risponde Di Ferro. "Parto verso le 2", replica il politico. "Ah va bene, allora ce la puoi fare, ce la possiamo fare", dice il ristoratore. Per indicare "il numero di dosi – scrive la gip - è stato spesso utilizzato un banale linguaggio in codice, mediante il riferimento al numero di "giorni" in cui l’assuntore Miccichè si sarebbe dovuto recare fuori sede". "Ci vediamo domani ok, ora ti mando una bella foto di dove sono, per ora c’è... pieno di neve", dice Di Ferro in un'altra conversazione. Il politico domanda dove sia questa "neve", e il ristoratore che si trova in montagna aggiunge: "C’è pieno zeppo di neve qua". Di Ferro era stato arrestato ad aprile sempre per un’analoga inchiesta di droga che ha spinto il deputato Ismaele La Vardera a organizzare il test del capello a Palazzo dei Normanni, in cui aderirono in pochi. "Iniziativa demagogica", disse Miccichè, che appena 15 giorni fa ha denunciato di aver trovato un gps nella sua auto.L'ex ministro di FI ha rotto il silenzio: "Andavo alla sue feste ma non ho mai visto della droga. Non sniffo ma non faccio il test".

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