Auto elettrica dal 2035, Urso a Stellantis: "Ora tutelare la filiera italiana"

Il ministro dell'Industria e del made in Italy convoca un tavolo: "Incentivi a favore del lavoro del nostro Paese". La risposta: "Investire sull'elettrico"

Economia

Auto elettrica dal 2035, i timori dell'Italia e le contromosse

L'Ue ha deciso: dal 2035 stop alla vendita di auto a benzina e diesel. Ormai non si torna più indietro e per l'Italia e gli altri Paesi Ue c'è solo da adeguarsi e cercare di correre ai ripari. Il ministro dell'Industria e del Made in Italy Urso avvisa: "Produzione e occupazione restino in Italia" così come gli incentivi siano "a beneficio del lavoro italiano". La mobilità elettrica è stata la protagonista del primo tavolo che si è tenuto ieri a Roma al ministero delle Imprese e del made in Italy tra governo, Stellantis e sindacati (Fiom Cgil, Uilm, Fim Cisl, Fismic, Ugim, Aqcfr). Ed è il ministro Adolfo Urso - si legge sul Corriere della Sera - a precisare che "l’obiettivo è una sostenibilità che garantisca occupazione" con «l’impegno di tutelare a Bruxelles e con i partner europei gli interessi della filiera automotive e quindi dell’occupazione nel nostro Paese», confermando la centralità del settore per il governo".

Urso - prosegue il Corriere - ricorda i fondi pubblici arrivati a Stellantis con i contratti di sviluppo (oltre 2,7 miliardi) oltre al fondo pluriennale per l’automotive da 8,7 miliardi fino al 2030. Stellantis da parte sua giudica l’incontro «un momento di dialogo produttivo e costruttivo» e conferma «il ruolo centrale dell’Italia nelle strategie del gruppo», ma chiede anche di «far ripartire il mercato dell’elettrico in Italia, riadattando lo schema degli incentivi, pensandone di nuovi», la mobilità elettrica, secondo l’azienda, deve essere più accessibile per tutti, come nel resto d’Europa dove i numerosi incentivi hanno spinto il mercato. Il ministro Urso promette di rivedere il sistema ma sottolinea: "Gli incentivi devono andare a beneficio del lavoro italiano".

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