"Inflazione difficile da battere: i tassi saliranno". La mazzata di Jp Morgan

Jamie Dimon, presidente e ceo di JP Morgan Chase: "La corsa ai prezzi sarà difficile da battere". Ecco perchè

di Redazione Economia
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“Nessuno vuole una grande recessione. Ma è quasi impossibile prevedere il futuro ora”

“I tassi di interesse negativi finiranno per essere considerati uno dei peggiori errori commessi dalle banche centrali. È una cattiva idea. È normale avere tassi di interesse che pagano più dell’inflazione. Questa è la norma. Capisco bene che i governi abbiano fatto la cosa giusta dopo la crisi finanziaria e dopo il Covid ma, con il senno del poi, era troppo, troppo in tutto il mondo. Non sto criticando. È stata una scelta inflazionistica ed è anche per questo che ora abbiamo l’inflazione. Penso che un giorno le banche centrali sconfiggeranno l’inflazione, ma non sappiamo ancora cosa servirà per raggiungere questo obiettivo. Ci aspettiamo tassi più elevati più a lungo”.

Lo dichiara Jamie Dimon, presidente e ceo di JP Morgan Chase, in un'intervista al 'Sole 24 Ore', nella quale, rispondendo a una domanda sui rialzi della Federal reserve statunitense e sull'ipotesi di recessione, risponde che “nessuno vuole una grande recessione. Ma è quasi impossibile prevedere il futuro ora”, per quanto si stia andando “verso una fase di normalizzazione”.

A proposito dei rapporti di JP Morgan con il nostro paese, Dimon afferma che “negli ultimi 10-15 anni la nostra attività in Italia è cresciuta, abbiamo allargato la nostra base cliente, soprattutto tra le aziende italiane: abbiamo più di 500 relazioni. Negli ultimi 3-4 anni il nostro personale in Italia è cresciuto del 25%. Anche i nostri ricavi sono cresciuti, siamo stati coerenti, cercando di aiutare i nostri clienti nella buona e nella cattiva sorte. La continuità è importante”.

JP Morgan, Dimon: 'Guerra Ucraina avrà ancora effetti, serve dialogo con Cina'

“Il problema più grave che il mondo sta affrontando è la situazione in Ucraina. La crisi umanitaria, i rischi associati alla guerra, il ricatto nucleare legato al conflitto. La guerra in Ucraina avrà effetti su disponibilità e prezzi di petrolio, gas, beni alimentari e su problematiche quali la fame e le migrazioni che al momento non possiamo comprendere fino in fondo e che emergeranno in un futuro più lontano. La guerra in Ucraina è seria. Per quanto io sia un ottimista di natura, il mio istinto mi dice di essere cauto”. Lo dichiara Jamie Dimon, presidente e ceo di JP Morgan Chase, in un'intervista al 'Sole 24 Ore'.

E la guerra in Ucraina, rileva Dimon, sta influenzando anche “il rapporto tra Usa e Cina, che è la relazione più importante, quella di cui vedremo l’impatto per i prossimi 100 anni. Dobbiamo dialogare con la Cina. Ci sono seri problemi relativi alla sicurezza nazionale sui quali avremmo dovuto concentraci prima. È arrivato il momento di superare il passato, e di occuparci del futuro. Ci sono anche questioni relative a pratiche commerciali sleali: la Cina sta usando le aziende statali per conquistare tutti i settori, come ai tempi del vecchio mercantilismo? Allora dobbiamo negoziare pratiche commerciali eque. Serve una strategia economica globale oltre alla diplomazia”.

Quanto alle relazioni con la Russia, il ceo di JP Morgan afferma che “il mondo avrebbe dovuto imparare la lezione. Spesso le persone si aggrappano a un falso senso di sicurezza. Ma questo ora è finito. Per sempre. Questa è la lezione. Ciò non significa che dovremmo avere rapporti ostili con i nostri vicini. Se guardiamo indietro, se la Nato avesse fatto quello che doveva fare, se ci fosse stata una risposta a quanto accaduto in Crimea, forse non sarebbe successo ciò che poi è accaduto. Sono stati commessi errori. Ma ora dobbiamo capire il da farsi per andare oltre. Serve una leadership politica forte e matura. Ne abbiamo bisogno da parte degli Stati Uniti e dell’Europa”.

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