Intelligenza artificiale, da Amazon a Meta: ecco tutte le nuove frontiere

L'Intelligenza Artificiale è al centro di numerosi dibattiti, ma quali scenari economici apre questa nuova frontiera?

di Antonio Negri
Economia

Intelligenza artificiale, ecco tutti i vantaggi della nuova frontiera digitale. Commento

Gli step evolutivi di questa tecnologia vanno visti da un punto di vista temporale. Partita come Virtual Intelligence, aiutava a comprendere il proprio business analizzandone il passato, per esempio identificando il prodotto best-seller o l’area geografica con la maggior concentrazione di vendite.

Si è poi evoluta in intelligenza artificiale, utilizzando dati passati per suggerire la strategia per il presente (es. come posizionarsi sul mercato per attrarre il maggior numero di clienti). Infine, la sua ultima evoluzione, nostro focus di oggi, è la Generative AI, che, come suggerisce il nome, non è più un sistema di analisi ma invece un vero e proprio strumento autonomo di generazione di prodotti e contenuti (coding, testi, immagini…).

Come in ogni caso di tecnologia disruptive, è fondamentale capire quali saranno i nuovi player in gioco e come gli attuali principali detentori di market share saranno in grado di reagire prontamente e rimanere al passo e chi invece verrà lasciato indietro.

Ad oggi OpenAI sembra essere LA piattaforma, anche alla luce dell’estensione della partnership con Microsoft, e ci aspettiamo che Meta, Amazon e Oracle, solo per citarne alcune, non rimangano a guardare. Un tratto comune che ipotizziamo accomunerà tutte le piattaforme sarà l’utilizzo di lingua tradizionale invece dei linguaggi di coding, così da renderle accessibili a chiunque. Non bisogna anche dimenticare le altre compagnie di software (e.s. Salesforce o Adobe) che pur non sviluppando direttamente AI, potranno trarre beneficio da questa, fornendo i dati usati proprio da AI per generare contenuti.

In definitiva, ci aspettiamo che i principali beneficiari di questa evoluzione saranno proprio i lavoratori tradizionali. Non prevediamo infatti – almeno nel breve e medio termine – che questa tecnologia andrà a rendere gli attuali posti di lavoro superflui causando un aumento della disoccupazione, ma anzi pensiamo che possa essere di grande aiuto sotto un punto di vista di ricerca per aggiungere valore ai contenuti creati. Parallelamente, le compagnie stesse saranno avvantaggiate, grazie un forte aumento della produttività.

Da un punto di investimenti, non ci aspettiamo esorbitanti spese di R&D da parte dei tech giants, visto che la storia ci insegna che in questo settore le maggiori rivoluzioni non sono mai avvenute da uno dei top players ma anzi da qualche piccola compagnia che dal basso ha iniziato a vedere le cose sotto una luce diversa. Questo, secondo noi, porterà ad un futuro con una manciata di piattaforme, ciascuna specializzata nella generazione di un prodotto specifico (video, arte, testi, ecc.).

Ciò non esclude ovviamente possibili acquisizioni o partnership, come sopracitato tra OpenAI e Microsoft. Nonostante sia troppo presto ora per dare stime numeriche precise, ci aspettiamo una forte tendenza positiva sia per le compagnie sviluppatrici di AI, così come per coloro che sapranno integrare nel modo più efficiente questa tecnologia nei propri business model.

*Amministratore delegato di Smart Bank

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