Miscusi, il brand che piace agli investitori, porta a Milano il "fast casual"

Il noto brand di pasta fresca Miscusi si prepara alla nuova apertura nel food district di Gae Aulenti. Una storia di conferme: 10 mln round di investimenti

di Roberta Nutricati
Economia

Miscusi, nuova apertura milanese per il brand di pasta fresca

Il brand milanese della pasta fresca Miscusi “scoppia di salute” a giudicare dall’exploit che è riuscito a capitalizzare dal 2017, quando il loro progetto di ristorazione ha visto la luce dall’idea di due giovani ventottenni: Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese. La notizia di una nuova apertura a Milano nel food district di piazza Gae Aulenti lo conferma.

Così come continua ad essere confermato e riconosciuto il valore del brand di ristorazione, che ha appena avuto un round di investimenti da 10 milioni di euro. Del resto la “Miscusi family” - come si definisce il brand sul proprio profilo Ig - mantiene la propria vocazione informale e vicina ai clienti ma non si può certo dire che abbia una “conduzione familiare”, almeno nell’accezione tradizionale dell’espressione. Tutt’altro, infatti il brand è presente in 6 città italiane con 13 attività - 14 con la prossima - e vanta un organico di 300 dipendenti.

Miscusi, prossima apertura in piazza Gae Aulenti: le novità

Il nuovo food corner in Porta Nuova a Milano non sarà come gli altri ristoranti Miscusi già presenti. La prima novità assoluta è senz’altro il recupero del concetto di ristorazione “Fast Casual”, pensato cioè per essere destinato a un target di clienti che vogliono mangiare cibo sano, ma anche gustoso, senza spendere un patrimonio. Nel caso specifico, si tratterà di una formula nuova, che non prevede un servizio al tavolo - per quello hanno già i loro ristoranti che offrono un’esperienza culinaria più tradizionale - di cui poter usufruire in una breve pausa pranzo in centro. Si può ordinare comodamente dallo smartphone tramite Qr code - magari mentre si stanno scendendo le scale mobili che portano al food district - e ritirare agevolmente il proprio vassoietto in latta, con il piatto di pasta fumante. Il tutto “incorniciato” da un packaging sostenibile in carta, quanto mai apprezzato di questi tempi.

Miscusi, tradizione e modernità: i punti forti

Il motore propulsore di casa Miscusi è senz’altro il connubio che i fondatori hanno trovato tra l’esaltare la tradizione popolare della cucina italiana sfruttando anche la tecnologia per rendere il prodotto attrattivo per tutti e soprattutto, al passo con i tempi. L’attenzione all’ambiente infatti è una priorità. Le loro paste vengono dai grani antichi - la farina di sorgo che hanno coltivato, come progetto sperimentale, in alcune aree agricole della provincia di Milano, non ha praticamente richiesto alcun dispendio di acqua - frutto di agricolture in cui non vengono utilizzati né pesticidi né fertilizzanti chimici. La filiera produttiva è molto corta: la loro pasta trafilata al bronzo viene dai pastifici di loro proprietà, che si trovano all’interno dei ristoranti.

Leggi anche: Disfatta Adidas, persi 39 milioni: le sneakers tedesche non camminano più

Il menù è stagionale e orientato all’equilibrio nutritivo e all’abbattimento delle emissioni di CO2 così come richiedono gli obiettivi Ue per il 2030, cioè di scendere dai 3 ai 1,5 kg di Co2 giornaliera. L’offerta dei primi proposti è al 50% vegetale e al 25% vegana, così da bilanciare i valori nutrizionali.

Nonostante questa ricerca, l’accessibilità economica viene tenuta in gran considerazione. Infatti è possibile gustare uno di questi piatti a partire da 7,90 euro, senza per questo far “pagare” ai propri dipendenti il costo che non è carico del cliente finale. Miscusi infatti si distingue da tempo per le proprie politiche progressiste in tema di welfare. Tra le misure, ad esempio, l’azienda non penalizza i neogenitori, anzi, è tra le poche mosche bianche a garantire lo stipendio pieno alle neomamme durante la maternità e una paternity leave più flessibile per i neopapà. L’ambiente di lavoro è orientato all’inclusione e alla formazione, come dimostra la piattaforma Miscusi Training.

Il boost degli investitori da 10 milioni per il business della “pasta revolution”

Il business di Miscusi è sostenibile intanto grazie a un lavoro di ottimizzazione della supply chain e agevolato - per usare un eufemismo - dal sostegno solido degli altri azionisti e investitori. In primis il fondo Mip di Angelo Moratti (che detiene il 32%) ma anche Picus, Kitchen Fund e i nuovi ingressi Amundi e Gaetano Marzotto, i quali hanno assicurato un round complessivo pari a 10 milioni di euro ed è una fiducia di lungo corso. Nel 2021 infatti, all’indomani della pandemia - non ancora conclusa al tempo - il round fu di 20 milioni di euro.

Tags:
angelo morattifast casualmiscusipasta frescaround investimenti