Musk ci delizia con la sua zuppa di banalità: finto "Ubermensch" senza ideali

L'apprendista stregone, in contatto con i potenti del mondo, in realtà ha interessi controversi: i nostri sogni non sono altro che marketing per le sue aziende

di Maurizio De Caro
Elon Musk Metropolis
Economia

Dal lavoro ai diritti sociali, Elon Musk è il Dracula post-moderno che comanda un esercito di robot, avatar e automi. Analisi 

L’apprendista stregone. Ha lo sguardo levigato, glabro che non riesce a dimenticare che è nato nerd per poi assurgere al ruolo di Profeta. Dell’innovazione, della rete, dell’impresa 4.0, Musk Elon, sudafricano con molte varianti, è di fatto l’uomo più ricco del mondo. Ma anche il più triste. Questo atteggiamento da “piangina” non lenisce le ferite per il bullismo subito da bambino e per l’indifferenza del padre alle sue “visioni” sempre innovative ma non sempre comprensibili o condivisibili.

LEGGI ANCHE: Elon Musk, l'appello all'Italia: "Sono preoccupato, più figli o scomparirete"

Non è Tesla ma ha usato questo logo per realizzare automobili spesso facilmente dimenticabili e per questo di successo, dove il segno, il design car è affidato probabilmente ad un algoritmo e per questo perfettamente anonimo per un pubblico di sudditi compiacenti e adoranti. Una Tesla vale più di quello che è, perché rappresenta il passaporto per la responsabilità personale, verso il pianeta, verso le città e verso le società. La Sua.

Pazienza se costa più qualsiasi altro modello simile, e se il nostro apprendista stregone ha capito perfettamente che con i sensi di colpa (dell’umanità) si fanno affari e guarda alla voce Bezos o Gates, suoi coinquilini della classifica dei miliardari in dollari, e con la passione per i viaggi planetari da milioni di dollari a posto, perché vuoi mettere poter dire: dove sei stato in ferie? E rispondere: in orbita o su Marte. Ma questo serve? Certo per costruire un ego intergalattico come il suo che comprando l’uccellino di Twitter ha pensato bene di purgare il colosso con una dieta da cavallo, senza ritorno, e con la faccia livida di chi non ha bisogno di vincere per avere ragione.

Questo signore allampanato e volumetrico, dispensa consigli geniali a “potenti e potentini” in tutto il mondo ha interessi molto controversi, dove, come sempre, i diritti sono esclusivamente ideali. Con tutta la fatica che hanno fatto le vecchie cariatidi sindacali che sbraitano di turni, lavoro, retribuzioni, Musk anzi the Musk/the Mask comanda un esercito di robot, di avatar, di automi, ma lui preferisce essere ovviamente “l’Ubermensch”. 

La teorizzazione della marginalità umana, del pensiero, delle idee è perfettamente riuscita nel “Muskland,” ovunque esso o essa si propaghi. E’ dunque una battaglia antica tra il futuro che assomiglia tanto ad un medioevo da fiction, da videogioco, e un passato che non è riuscito a imporre modelli da riprodurre perché “un like” vale molto di più di ogni “mi piace, vero sentito”.

Guardate bene l’esercito degli ex-nerd, al potere, tutti con magliette improbabili, sneakers, e atteggiamento amichevole con gli ultimi ma dietro questi Zuck/Bez/The mask/Musk si nasconde intelligentemente il padrone delle ferriere di Metropolis, ma Fritz Lang non avrebbe mai potuto immaginarlo.

Dunque teniamogli la coda del frac mentre ci racconta il suo futuro che assomiglia pericolosamente al nostro, tra sorrisi e meraviglie tecnologiche che servono solo ai suoi immensi fatturati, ma ci serve veramente tutto questo processo tecnologico? Ci ha resi migliori? Ci ha alleggerito la vita nella nostra torbida quotidianità?

No, ci ha imposto il sorriso ebete di chi ogni mattina guadagna quanto uno stato di medie dimensioni, dunque la sua qualità della vita ha imposto un impoverimento schiavistico generalizzato, soldati compiacenti di un gigantesco auto-genocidio, silenzioso e pulito come le calandre idiote delle sue auto.

Non è il solo ma The Mask/Musk è più pericoloso perché aiuta a dare il colpo di grazia a tutti i concetti filosofici, economici e culturali degli ultimi decenni, chi controlla gli algoritmi, esprime i desideri di tutti, forgia le coscienze, racconta tutto quello che ci deve “piacere” senza provare piacere, una società perfetta dove in Grande Banco del Casinò, pieno di luci e di colori anonimi, vince sempre.

Non se n’è accorto nessuno, ma il vero Dracula post-moderno, ha continuato a succhiarci il sangue, ma senza cattiveria e senza niente di personale, solo per nutrirsi, solo per farci capire che i nostri sogni non sono altro che il marketing amichevole delle sue aziende. Possiamo dargli torto?

Tags:
elon muskteslatwitter