Palenzona alla presidenza della fondazione Crt: torna il salotto buono

L’ex vicepresidente di Unicredit torna sulla scena e rilancia l’epopea del capitalismo italiano

Economia

Palenzona alla Fondazione Crt: gli scenari


 

I suoi detrattori – e sono tanti – lo chiamano con tono dispregiativo “camionista”. Ma Fabrizio Palenzona non guida e non ha mai guidato camion, ma al massimo è stato membro del consiglio di amministrazione di Unitra dal 1981. Ha sempre giocato su due tavoli: quello della politica, mondo in cui è entrato come membro della Democrazia Cristiana e che ha percorso in lungo e in largo prima come sindaco di Tortona (per otto anni) e poi come presidente della provincia di Alessandria per altri nove.

A proposito dell’esperienza di Unitra – si legge dal suo curriculum pubblicato sul sito di Prelios (di cui è presidente dal 2018) - “nel 1981 fonda e dirige sino al 1995 (direttore generale dal 1981) l’impresa consortile Unitra s.c.a.r.l. (Unione Italiana Autotrasportatori). Si tratta del primo e pressoché unico esempio di successo di consorzio di imprese di autotrasporto strutturate. I soci principali individuati e organizzati dal neodirettore di Unitra nel 1981 rappresentano le imprese più significative del settore”.

Nel mentre scala le gerarchie nel mondo economico nostrano. È stato vicepresidente di UniCredit dal 1999, anno in cui si è completata la trasformazione dell’ex Credito Italiano quando al timone c’era Alessandro Profumo. Un regno durato 18 anni, fino all’aprile del 2017. È stato presidente di Gemina, Aeroporti di Roma e Aviva Italia.

Nel 2018 è presidente di Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori (dall'ottobre 2003) e di Assaeroporti, ed è membro del consiglio di amministrazione di Mediobanca, Associazione Bancaria Italiana (ABI) e Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro. Da aprile 2018 è presidente di Prelios SpA.

Insomma, è quel che si dice un uomo di potere. Qualcuno ha provato a metterlo da parte ma non è cosa semplice: l’ambizione di questo piemontese è grande a tal punto da far pensare in giro che ora che è arrivato al vertice della Fondazione Crt possa ritornare l’epoca del salotto buono della finanza, assurto agli onori della cronaca all’epoca di Cuccia, Maranghi e della Mediobanca protagonista e poi lentamente scivolata nel dimenticatoio.

Ora che Palenzona è al vertice della Fondazione Crt si riaprono improvvisamente molte partite e altre si profilano all’orizzonte. Il manager piemontese potrebbe essere l’anello di congiunzione tra Unicredit e Bpm (entrambe partecipate dall’ente da lui guidato) per arrivare a delle nozze che sembravano ormai fatte prima che una “soffiata” del Messaggero mandasse tutto a monte. C’è la volontà – ribadita da tutti – di arrivare a una fusione tra Mediobanca e Banca Generali. Anche lì, esperimento già tentato ma fallito per molti motivi.

Insomma, Palenzona sembra essere un uomo capace di riaprire tavoli inaspettati. Come fa notare Stefano Cingolani sul Foglio, tra l’altro, potrebbe essere lo “sherpa” che verifichi la fattibilità di altre operazioni che sembravano fanta-finanza fino a qualche tempo fa. Come ha scritto anche Affaritaliani.it, sembra che la fusione tra Eni ed Enel, da mera suggestione e boutade da salott stia iniziando a prendere corpo. Non può essere una cosa che si verifica in due giorni, ma riaprirebbe la stagione delle grandi operazioni.

Un’altra idea che balena è quella di unire Fincantieri e Leonardo. Sembrava impossibile fino a qualche tempo fa, e invece… Il momento è complicato, la massa critica per competere su uno scenario internazionale che si compone di aziende francesi, tedesche, britanniche ma anche statunitensi e cinesi, si alza progressivamente. E questo discorso riguarda tutti gli ambiti, da quello bancario all’industria.

In tutto ciò, si profila un redde rationem in Piazzetta Cuccia. Lo scorso anno Fondazione Crt si schierò con Francesco Gaetano Caltagirone nella battaglia di Generali. Perse, questo è noto. Ma in autunno il rinnovo dei vertici di Mediobanca potrebbe essere l’occasione per rimettere in chiaro alcuni aspetti. Palenzona è stato legato a Vincenzo Maranghi, ma ora lo scenario è diverso e pensare di spostare l’asse da Milano a Torino fa gola. C’è solo da preparare i popcorn.

 

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