Lula e Xi lanciano la dedollarizzazione. I BRICS allargati a Iran e Argentina

Il presidente brasiliano a Pechino rilancia il progetto di sganciamento dalla dipendenza verso il dollaro Usa. Nuovi ingressi nei BRICS, non ancora un'alleanza

di Redazione Esteri
Lula e Xi Jinping
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Xi e Lula lanciano la dedollarizzazione

"Abbiamo un ruolo fondamentale nella creazione di un nuovo ordine mondiale". Era il 2010, quando Lula pronunciò queste parole durante il suo discorso al vertice dei BRIC di Brasilia. Da allora è cambiato tanto. A partire dall'acronimo, diventato BRICS dopo che il Sudafrica si è aggiunto a Brasile, Russia, India e Cina.

Tornato presidente, Lula ha ripetuto gli stessi concetti mentre incontra Xi Jinping a Pechino. Lula ha esortato i paesi in via di sviluppo a trovare una valuta alternativa al dollaro, denunciando il ruolo centrale del biglietto verde nel commercio globale. "Perché non possiamo commerciare in base alle nostre valute?", ha detto Lula da terra cinese. "Chi è stato a decidere che il dollaro fosse la valuta dopo la scomparsa del gold standard?".

Parlando alla New Development Bank di Shanghai, Lula ha chiesto che i Paesi BRICS stabiliscano una valuta comune con la quale possano effettuare transazioni. "Perché una banca come quella dei BRICS non può avere una moneta per finanziare le relazioni commerciali tra Brasile e Cina, tra Brasile e altri Paesi? È difficile perché non siamo abituati. Tutti dipendono da una sola valuta".

Il tutto a margine della cerimonia di insediamento di Dilma Rousseff a capo della Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS. In precedenza, il 7 febbraio, la Banca Popolare Cinese ha firmato un memorandum di cooperazione con la Banca Centrale del Brasile per stabilire accordi di compensazione dello yuan in Brasile, mentre Pechino cerca di creare un sistema valutario rivale per sfidare il dollaro statunitense.

Propio l'anno scorso, i paesi BRICS stavano valutando una nuova valuta basata su un paniere di valute dei membri. L'idea è nata dall'incentivo ad abbandonare la dipendenza dal dollaro, che si è rivelata dannosa dopo che la Russia è stata privata delle sue riserve in dollari a causa dell'invasione dell'Ucraina. A gennaio, in un altro tentativo di allontanarsi dal dominio del dollaro, Lula ha annunciato che il Brasile e l'Argentina stavano studiando lo sviluppo di una moneta comune.

Non solo. Lula ha proposto un accordo di libero scambio tra la Cina e il Mercosur, il principale blocco commerciale del Sud America, che rischia di essere compromesso dai Paesi membri che cercano di concludere accordi separati con Pechino. La Cina è anche un investitore chiave nell'industria brasiliana dei veicoli elettrici e un partner cruciale nella costruzione della rete 5G del Paese sudamericano, nel tentativo di sviluppare una relazione commerciale bilaterale più sostenibile.

Il BRICS modello alternativo di sviluppo globale, entrano anche Argentina e Iran

Rispetto a quei prodromi presentati nel 2010, ora a causa della vasta contesa fra Stati Uniti e Cina, l'idea di un modello alternativo di sviluppo guidato dalle economie emergenti appare meno innocuo. Eppure sin dall'inizio il gruppo si propone di cambiare il sistema commerciale globale, riducendo la dipendenza dal dollaro statunitense e promuovendo scambi con le proprie monete nazionali.

Ma ancora non si può parlare di una alleanza o di un blocco alternativo. Le intese commerciali non sempre si traducono in allineamento politico. Vero che nessuno dei paesi BRICS ha condannato l'invasione dell'Ucraina, ma il Sudafrica riconosce la legittimità della corte penale internazionale dell'Aja. Ad agosto Pretoria ospiterà il vertice annuale del gruppo e dovrà dare risposte su un eventuale partcipazione di Vladimir Putin.

L'India fa parte sia dei Brics sia del Quad, la piattaforma di dialogo indo-pacifica che la Cina percepisce come una sorta di Nato asiatica. Tra Delhi e Pechino si sono riaccese le tensioni sul confine conteso, mentre l'India sta rafforzando la partnership militare con Washington, viste le difficoltà di esportazioni della Russia.

Eppure la Cina fa dei Brics il simbolo della sua visione di mondo multipolare, in cui Pechino si immagina leader del Sud globale. Anche per questo, durante la visita di Lula, i media di stato cinesi esultano per le possibili adesioni di Iran e Argentina, che allargano lo spettro dei paesi coinvolti nella piattaforma, mentre la Cina estende costantemente la sua influenza in America latina e presso il sud globale.

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