Merlino, dalla tenda in studio alle spazzole contro le parrucchiere. Ritratto

La fenomenologia (comparata) di Myrta Merlino, tra la tenda in studio e le spazzole contro le parrucchiere. Il ritratto della conduttrice

Di Giuseppe Vatinno
Myrta Merlino in tenda
MediaTech

La7, fenomenologia (comparata) di donna Myrta. Il ritratto della conduttrice de "L'aria che tira"

Ma cosa sta succedendo a La7? Da quando Massimo Giletti è stato esautorato la nave traballa e si inclina pericolosamente e rischia di mettere in pericolo la strategia di Cairo che, insieme alla portaerei Corriere, si è conquistato una fetta notevole dell’informazione in Italia. Anzi a destabilizzare la rete televisiva è stata proprio la dipartita del conduttore di “Non è l’Arena”, con i colleghi che si divisero subito. Mentana cercò di aiutare l’amico mentre Myrta Merlino cercò di dargli il colpo di grazia, meglio noto come calcio dell’asino, insieme a Lilli la Rossa, cioè la Gruber.

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Gli altri, come Corrado Formigli, cercarono di barcamenarsi all’italiana, cioè non prendendo posizioni. Ora il casus belli è stato quello che ha detto a “L’Aria che Tira” il professor Ugo Mattei, uno dei tanti pretendenti alla successione delle Covid–star rimaste orfane o quasi del virus, dopo qualche tentativo di riemergere con una improbabile “peste delle scimmie” a cui non ha creduto però nessuno.

Il professore, in cerca di visibilità, aveva attaccato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella relativamente al suo intervento alla Festa del 2 giugno: "Quello che ha detto rasenta la fattispecie costituzionale dell'Alto tradimento. La massima carica dello Stato ha utilizzato la Festa della Repubblica per confermare una posizione dell'Italia in totale violazione dell'articolo 11 della Costituzione, per cui l'Italia ripudia la guerra", così tuonò il Mattei.

E non contento aveva aggiunto, in favore delle telecamere: "Siamo stati trascinati in una situazione di guerra contro la volontà del popolo, non si vuole ascoltarlo e si fa di tutto per togliere al popolo la possibilità di esprimersi". Il “popolo” è la parola chiave, ci sembra di capire. Il senatore Maurizio Gasparri – presente in studio - è intervenuto duramente mentre la Merlino, come suo solito, gigioneggiava, dopo aver tirato la sassata e nascosto la mano.

Questa volta però il direttore del Tg de La7 non ce l’ha fatta più ed ha sbottato qualche ora più tardi: "Oggi mi è toccato sentire, proprio su La7, un signore affermare che ‘Mattarella ha utilizzato la Festa della Repubblica per confermare una posizione dell'Italia, in totale violazione con l'articolo 11 della Costituzione e che quello che ha detto rasenta la fattispecie costituzionale dell'Alto tradimento’. Non mi sono sorpreso, conoscendo le idee di quell'ospite: mi aspetto nei prossimi giorni un altro che affermi impunemente che l'assassino di Senago aveva le sue ragioni”.

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La rappresaglia di Mentana è apparentemente diretta contro “l’ospite”, cioè Mattei, ma in realtà il vero bersaglio è la collega, Myrta Merlino, che si è presa un sonoro ceffone in diretta televisiva. Probabilmente questo è stato un regolamento di conti per quanto accaduto per il caso Giletti ma si tratta indubbiamente di una bella botta per la conduttrice.

La Merlino nasce a Napoli nel 1969 ed è figlia di una professorona universitaria di cineserie, Annamaria Palermo. Carriera standard da figli dell’alta borghesia partenopea: diploma di liceo classico e laurea in scienze politiche. Il primo incarico è ovviamente a Il Mattino di Napoli e nel 1995 diventa professionista lavorando per Mixer di Giovanni Minoli su Rai 2. Poi si è occupata di economia a Rai 3 poi, poco dopo il nuovo millennio, è stata responsabile di Rai Educational.

Ma il colpaccio professionale Myrta lo fa nel 2011 quando si inventa “L’aria che tira” su La7 che sembra fare il verso, almeno nel titolo, a “Il tempo che fa” di Fabio Fazio, si sa che agli italiani piacciono questi titoletti suggestivamente frivoli con assonanze metereologiche. Nel 2019 diventa ambasciatrice dell’Unicef, un titolo che, del resto, non si nega a nessuno. Nel 2021 diventa “Cavaliera” della Repubblica grazie proprio a quel Mattarella che l’invitato della Merlino ha attaccato.

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Bifigliata con due gemelli avuti da giovane con Giulio Tucci e poi monofigliata con Domenico Arcuri, amministratore di Invitalia e mascherinologo professionista per cui la procura ha chiesto un processo per una fornitura pagata un miliardo e 251 milioni di euro (fondi speciali della presidenza del Consiglio) per mascherine che sarebbero irregolari e anzi pericolose per la salute. Attualmente sta con l’uomo che attraversava il campo (di calcio) urlando e cioè Marco Tardelli.

Wikipedia riporta una intervista rilasciata a Klaus Davi in cui la giornalista fece outing e disse che il ministro delle finanze francese Dominique Strauss-Kahn alla fine del secolo precedente, a Davos, cercò di zompargli addosso ma lei lo respinse, naturalmente non facendo denuncia per evitare il clamore che ne sarebbe seguito. Nel 2015 cercò di dare un suo contributo alla bellezza (della sua villa) e finì sotto processo per abuso edilizio a Cala Grande all’Argentario ma poi la vicenda finì all’italiana perché i reati furono derubricati per “sopraggiunta compatibilità paesaggistica”.

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Ma torniamo al presente. Myrta ha un carattere volitivo e le sue sfuriate sono proverbiali. Lo scorso 30 novembre Il Fatto Quotidiano riportava il contenuto di una nota sindacale che penzolava nella bacheca dell’emittente. Si trattava di una nota redatta dalla RSU, così riporta anche l’Agenzia Dire, in cui si rende noto che la conduttrice: “adotta frequentemente nei confronti dei colleghi e del personale in appalto comportamenti incivili e maleducati; influenza la possibilità di prolungare contratti di personale specializzato che lavora professionalmente nella nostra azienda e condiziona le turnazioni del personale interno con motivazioni che non possono essere considerate né di tipo professionale né di tipo etico”.

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Contemporaneamente però, alcuni collaboratori, hanno pure raccontato attraverso Fanpage e Dagospia che la Merlino “lancia le spazzole in faccia alle parrucchiere”, che “c’è chi deve occuparsi del suo abbigliamento, dalle scarpe alla biancheria intima” e “insulta giornalisti e produttori in maniera pesante”. Sempre l’Agenzia Dire riporta che i collaboratori pagati dall’emittente devono “prenotarle la ceretta o portarle i vestiti in tintoria”.

Libero, tramite Dagospia, ci mette a conoscenza addirittura scene ancor più gustose. Le malefatte riguarderebbero le richieste che le venga spalmata la crema sui piedi prima delle puntate e che ci sarebbero spesso delle “urlate fragorose” nei confronti dei tecnici. Vox populi vox dei? Non lo sappiamo perché le voci, come direbbe il napoletanissimo Eduardo, provengono “di dentro”, però una zarina è pur sempre una zarina e il diritto ad avere le estremità profumate e ben umettate non le si può certo negare, anche se la sua tesi di laurea riguardava proprio i diritti dei lavoratori.

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