Repubblica-La Stampa, volano stracci tra Molinari-Giannini. Ecco perché

Offeso per non essere stato invitato all'incontro con il Papa al contrario del suo contendente Molinari, Giannini diserta il Festival organizzato da Repubblica

Di Giuseppe Vatinno
Massimo Giannini e Maurizio Molinari
MediaTech

Rissa tra Giannini e Molinari. Papa Francesco fa litigare i direttoroni della Stampa e di Repubblica

L’altro giorno si è assistito ad un ennesimo scazzo tra il permalosissimo direttore de La Stampa, Sua Altezza il Principino di Tufello Massimo Giannini e Maurizio Molinari, direttore di Repubblica. Quindi un dramma che si è consumato tutto interamente al gruppo Gedi, una volta di Carlo De Benedetti ed ora di John Elkann, cioè degli Agnelli. Giusto una settimana fa avevamo scritto di “Jeeg Robot” Giannini e delle sue intemperanze ora ribadite e confermate (clicca qui per recuperare l'articolo). 

Il motivo del contendere questa volta è stato il fatto che all’incontro con Papa Francesco Massimo Giannini non era stato neppure avvisato. Uno sgarbo inconcepibile per il suo Ego ombellicocentrico. Così la vendetta si è consumata, questa volta, calda e così Giannini ha disertato il 9 giugno il festival “Repubblica delle Idee”, a Bologna. Uno dei massimi summit mondiali dell’Illuminismo. La sua assenza ha gettato nella prostrazione più cupa i massimi filosofi progressisti.

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Il direttore de La Stampa non era stato invitato con il gotha di Gedi e cioè Maurizio Molinari e Concita De Gregorio, insieme alla traslocanda (dalla Rai) Lucia Annunziata e alla prezzemolina Agnese Pini, direttrice omnicomprensiva, la donna che fa concorrenza a Padre Pio per la sua ubiquità nei talk show. Il mancato invito al Principino del Tufello ha però provocato le ire del suddetto che ha fatto scrivere al comitato di redazione de La Stampa un vibrato comunicato di protesta.

A questo punto Molinari, tirato direttamente in ballo, ha cercato di cavarsela alla meno peggio replicando al cdr: “La mia presenza lunedì mattina in Vaticano non è avvenuta in qualità di direttore responsabile di Repubblica, ma in qualità di direttore editoriale del Gruppo Gedi”. 

Poi prosegue: “Quindi in rappresentanza di tutte le testate cartacee, digitali e radiofoniche del Gruppo, ovviamente compresa La Stampa. Per tale ragione, non è fondata l’interpretazione secondo cui la mancata presenza de La Stampa, al pari delle altre testate, possa considerarsi uno ‘sgarbo’ o una ‘mancanza di rispetto’ nei vostri confronti”.

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Purtuttavia il Principino, secondo fonti sindacali, non sembra particolarmente contento della risposta, perché ha il dubbio che lo scaltro antagonista di Repubblica, e cioè Molinari, non solo si stia parando le terga e le pari pure ad Elkann, suo editore, ma lo stia anche sottilmente perculando con questa storia del fatto che lui sarebbe stato invitato come “direttore editoriale del Gruppo Gedi”, insomma “il babbo di tutti”, anche il suo.

“Una storia di rispetto”, potrebbe quindi intitolarsi alla Leonardo Sciascia, la gustosa vicenda del volo degli stracci lerci tra i due principali direttori di Gedi. Dicevamo che Giannini non solo pare che non si sia placato, ma anche che se la sia presa ancor di più. “Suvvia, tra uomini di mondo che hanno fatto tra l’altro i militari a Cuneo, questi mezzucci non s’hanno da usare”, avrà pensato il Principino in preda ad una delle sue famose sfuriate.

E così, pare, si dice, sembra, che abbia dato mandato ai suoi secondi di sfidare a duello, come faceva il vate Gabriele D’Annunzio, l’infingardo oppositore. Il luogo scelto è Villa Borghese, dove si tenevano una volta tali tipi di tenzoni. L’orario all’alba.

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L’arma scelta due vecchie pistole caricate a pallettoni di sale, che se sparate sulle chiappe non fanno neppure tanto male. Il maestro di cerimonie sarà quella vecchia volpe di Vittorio Feltri che odiando entrambi ha quei requisiti di imparzialità di cui l’evento necessita.

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