Omeopatia, i prezzi al pubblico calano e aumenta spazio per la medicina dolce

A dirlo il rapporto annuale di Omeoimprese, l’associazione che rappresenta le case farmaceutiche in Italia

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GIORNATA MONDIALE OMEOPATIA: LA MEDICINA DOLCE CONQUISTA SEMPRE PIU’ CONSENSI, COMPLICE IL CALO DEI PREZZI AL PUBBLICO (-4%)

Le vendite dei medicinali omeopatici nel 2021 non accennano a diminuire, in termini di fatturato si registra il medesimo dato dell'anno precedente, il che è un dato sostanzialmente positivo dopo la leggera contrazione registrata negli anni precedenti. Interessante invece, la riduzione del prezzo medio (-4%), ascrivibile ad un taglio dei prezzi. A dirlo è il bilancio annuale di Omeoimprese, l'associazione che in Italia rappresenta il comparto farmaceutico delle aziende produttrici di medicinali omeopatici e antroposofici, divulgato in occasione della Giornata Mondiale dell'omeopatia, che si celebra domenica 10 aprile.

"Abbiamo chiuso il 2021 con un dato positivo in termini di volumi - ha spiegato il presidente dell'associazione, Giovanni Gorga, che racconta, però, anche un altro punto di vista: "Il fatturato complessivo è vicino a quello dello scorso anno. Se il trend è stato un incremento lento ma costante delle vendite, dobbiamo considerare che i prodotti omeopatici sono stati venduti ad un prezzo medio più basso rispetto a 12 mesi fa, elemento in controtendenza con il mercato farmaceutico complessivo e con altri comparti come OTC e integratori".

Come abbiamo spiegato alle Istituzioni Italiane, prosegue Giovanni Gorga: "In una situazione nazionale che ha visto un'impennata del costo della vita e un aumento generale dei prezzi, le nostre aziende hanno fatto una scelta in controtendenza, mettendosi al servizio della salute. Una decisione che è stata premiata da medici, farmacisti e pazienti che hanno trovato nelle medicine complementari un valido alleato contro disturbi di lieve e media entità e come supporto alle cure farmacologiche tradizionali in caso di patologie più gravi. Persino il Parlamento Europeo ha recentemente raccomandato l'utilizzo dell'omeopatia in casi clinici complessi e di lungo decorso, come valido supporto all'allopatia e nel corso di protocolli di chemio e radioterapia. Indicazioni che danno la percezione concreta di quanto all'estero la medicina omeopatica sia tenuta in considerazione".

Adesso il comparto si trova di fronte alla necessità di rivedere l'intero listino tariffario. Da tempo Omeoimprese chiede una rimodulazione di alcune voci tariffarie, senza però ottenere ascolto da parte delle Istituzioni sanitarie, nonostante una recente audizione in Commissione Attività Produttive del Senato relativamente alla discussione del Ddl Concorrenza. "La memoria scritta lasciata in Commissione richiama l'attenzione del Ministero della Salute sulla necessità di risolvere la questione delle tariffe. Non è più accettabile - ha aggiunto Gorga - che una questione strettamente 'politica' resti irrisolta per un incomprensibile veto da parte di AIFA. Allopatia e omeopatia sono due cose diverse e vanno quindi considerate, sotto tutti i punti di vista, in modo distinto".

"Se analizziamo realtà come Irlanda, Spagna o Francia - ha concluso Gorga - notiamo chiaramente come le tariffe non superino mai qualche centinaio di euro, a fronte di importi che, in Italia, possono arrivare fino a 20mila euro per farmaci che fatturano complessivamente poche migliaia di euro. È un'assurdità di fronte a realtà come Austria, Lettonia e Paesi Bassi, dove le tariffe per gli omeopatici non vanno oltre i 250?. Si tratta di quadro generale che parla da solo e che mostra come, nel nostro Paese, ci sia un chiaro disegno volto ad affossare questo comparto".

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