Sala: "Difficile Moratti con il centrosinistra. Dobbiamo sbrigarci"

Le reazioni alle dimissioni della Moratti e la corsa per le Regionali. Sala: "Moratti ha fatto quello che Fontana non ha avuto il coraggio di fare"

Beppe Sala (da Instagram)
Milano

Sala: "Difficile Moratti con il centrosinistra. Dobbiamo sbrigarci a trovare il candidato"

Dopo le dimissioni dalla Regione Lombardia sembra plausibile che Letizia Moratti decida di candidarsi alla presidenza nel 2023, quello che non è chiaro adesso è da chi potrebbe essere appoggiata. Nel campo delle ipotesi, il sindaco di Milano Beppe Sala ritiene che sia "oggettivamente difficile" che il sostegno arrivi dal centro sinistra. "Oggettivamente - dice - non la vedo come un'operazione semplice, ma non spetta a me decidere. Noi però dobbiamo sbrigarci a trovare un candidato". Altrimenti "non si vince". Se Moratti potrebbe fare la candidata del Terzo polo, è qualcosa che anche Sala vorrebbe "capire da Calenda e Renzi. "Certamente li sentirò nei prossimi giorni" aggiunge, ribadendo che non li vedrà alla manifestazione che si terrà sabato a Milano, alla quale ha già deciso di non partecipare.  Fontana e Moratti sono due candidati "allineati" ma certo bisogna vedere prima come e se si presenterà Moratti: "senza essere supportata da alcun partito semplice non è. In termini di credibilità e reputazione mi sembra che siano abbastanza allineati". "Moratti ha fatto quello che non ha avuto il coraggio di fare Fontana, cioè prendere atto che non c'era più la fiducia", ha aggiunto Sala.

Majorino: "Moratti con il centrosinistra? Sarebbe follia"

“Adesso noi, abbiamo pochissime settimane: questi due, Fontana e Moratti, dobbiamo batterli. Non condivido le valutazioni positive già espresse sull'ex sindaco di Milano da Calenda (devo dirlo: coerente, sono giudizi che esprime da mesi) e l'ipotesi che il PD possa sostenere Letizia Moratti alle prossime elezioni regionali per me è semplicemente folle". Lo dichiara l'europarlamentare del Pd Pierfrancesco Majorino. “Con le dimissioni di Letizia Moratti la destra lombarda entra in una profonda crisi politica. Moratti se ne va denunciando problemi e omissioni della giunta e attaccando le misure del governo in materia sanitaria. - spiega Majorino - Una decisione che era nell'aria, arrivata anche tardi, che, per me, non cambia la sostanza delle cose. Detto questo serve recuperare il tempo perduto: programma radicale, alleanza ampia, un'alleanza la più larga possibile (senza veti), una persona scelta consultando i cittadini (le primarie son sempre lo strumento migliore) e che in poche settimane si consumi le suole".

Roggiani (Pd): "Questa destra è incapace di governare"

“La tiritera di questa destra irresponsabile è finita. Persino Moratti è arrivata a dire quello che noi da tempo denunciamo: questa destra è incapace di governare e non ascolta le esigenze delle cittadine e dei cittadini”. Così la Deputata e segretaria del PD Milano Silvia Roggiani. “Noi però che ricordiamo Letizia Moratti come ministra dell’Istruzione e sindaca con vice De Corato e che l’abbiamo battuta aprendo una nuova stagione di centrosinistra a Milano saremo sempre l’alternativa a lei. La Lombardia è contendibile con un’alleanza ampia contro entrambe queste destre”, ha concluso.

Peluffo (Pd): “Il re è nudo: il centrodestra in Lombardia non esiste più"

Le dimissioni dell’Assessora Moratti hanno certificato quello che da tempo sosteniamo: il centrodestra lombardo non esiste più. Perché si è rotto il patto tra quei partiti che avevano formato non una coalizione, ma un cartello elettorale. Una compagine politica inaffidabile, incapace di vere azioni a favore dei cittadini. Di più, un gruppo di potere dannoso, perché supino a interessi esterni all’amministrazione regionale", così Vinicio Peluffo, Segretario PD Lombardo. "La durezza delle accuse della Moratti nei confronti di Fontana, della sua Giunta ma anche del Governo, sono verità che da tempo abbiamo denunciato, anche attraverso campagne di mobilitazione tra i lombardi, come quella contro la lungaggine delle liste di attesa. Le dimissioni della Vicepresidente Moratti sono la sconfessione degli atti che lei stessa ha votato e portato avanti con il Presidente Fontana per lungo tempo. Adesso - conclude Peluffo - è il tempo di una vera svolta, l’alternativa che questa regione aspetta. E tutte le forze, a partire dal Partito Democratico, che in questi anni hanno fatto opposizione in Regione sono le vere e credibili candidate alla successione".

Alfieri (Pd): "A noi costruire una alternativa unendo moderati e sinistra riformista"

"Le dimissioni di Letizia Moratti confermano che il governo della Lombardia si sta spostando sempre più a destra. Non ci sono più i moderati e la gestione della regione è sempre più in mano ai sovranisti. Esattamente in linea con quanto avviene a Roma, dove i primi provvedimenti del governo di Giorgia Meloni, a partire da quello che riammette i medici no vax in servizio, confermano questa deriva identitaria. Ora sta a noi costruire l'alternativa unendo moderati e sinistra riformista". Lo dichiara Alessandro Alfieri, vicepresidente dei senatori del Pd.

Di Marco (M5S): "Moratti, la farsa è finita"

«La farsa è terminata. Letizia Moratti, chiamata a salvare il centrodestra dai disastri del duo Fontana-Gallera e dall’incapacità di gestire la pandemia, se ne va sbattendo la porta, certificando il fallimento di questa Giunta. Fontana, ancora una volta, non ha avuto la forza di decidere e ha atteso passivamente l’ennesimo ceffone. Dopo i fatti di oggi riteniamo che questa disastrosa esperienza di governo debba terminare. Attendiamo le dimissioni a ruota dello sfiduciato Presidente Fontana, alla guida di una Giunta inoperosa e bloccata dalla fuga degli Assessori verso il Parlamento". Lo afferma il capogruppo M5S in Regione, Nicola Di Marco. "Da sottolineare - prosegue Di Marco - come il primo vero atto degno di essere ricordato dell’Assessore Moratti, da quando si è insediata, sia quello di sfiduciare il governo della Lombardia e quello Nazionale. Il culmine del suo lavoro è stato quindi il comunicato di oggi. Un percorso studiato a tavolino verso la propria candidatura, che di fatto ha dimenticato le esigenze dei cittadini lombardi».

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