Traffico internazionale di droga: la Dda di Milano ferma 40 persone

L'operazione ''Money Delivery'' ha permesso di individuare due distinte associazioni finalizzate al traffico di cocaina, marijuana, hashish

a cura della redazione
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Milano

Traffico internazionale di droga: la Dda di Milano ferma 40 persone

I finanzieri del Comando Provinciale di Milano nell'ambito di un'attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal Gip del Tribunale di Milano, a vario titolo, nei confronti di 40 soggetti.

L'operazione ''Money Delivery'' ha permesso di individuare due distinte associazioni finalizzate al traffico di cocaina, marijuana, hashish

L'operazione, denominata ''Money Delivery'', ha permesso di individuare due distinte associazioni finalizzate al traffico di cocaina, marijuana, hashish ed altre droghe sintetiche, destinate al mercato nazionale, prevalentemente quello lombardo, delle quali una attiva in un quartiere della città di Milano e l'altra operante in Lombardia ed in Nord Europa. Svolte perquisizioni su tutto il territorio nazionale con il supporto di unità aeree del Corpo.

Un fiume di 300 chilogrammi di cocaina al mese a Milano e in Lombardia

Trecento chilogrammi di cocaina al mese diretti a Milano e in Lombardia grazie alla 'mano' del boss Raffaele Imperiale, storico broker internazionale di stupefacenti per conto della Camorra, estradato dagli Emirati Arabi in Italia nel 2022 dopo essere stato uno dei latitanti più ricercati al mondo. È quanto emerge dall'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia Milano nell'operazione 'Money Delivery', come riferisce LaPresse.

A raccontare ai magistrati il meccanismo lo stesso broker diventato collaboratore di giustizia. L'ingente traffico di droga dal Nord Europa all'Italia serviva a rifornire le piazze di spaccio lombarde, romane, calabresi, campane e siciliane mentre la 'joint venture' fra 'ndrangheta e altre organizzazioni criminali mafiose individuata dagli inquirenti ha mostrato la "ristrutturazione del business del traffico di droga" in Italia, con una nuova gestione condivisa di logistica-trasporti e sistemi di pagamento.

La droga stoccata a Gerenzano e gli accordi con le famiglie calabresi in Lombardia

All'Aggiunto Letizia Mannella e al pm Gianluca Prisco, Imperiale ha raccontato che, avendo deciso di investire sulla Lombardia, si è dovuto rivolgere alle famiglie calabresi di Africo stanziate in regione. Il suo interlocutore è diventato Bartolo Bruzzaniti, ritenuto dagli inquirenti il promotore di una delle due associazioni a delinquere sgominate oggi dalla Guardia di Finanza di Milano e dallo Scico con 280 uomini delle fiamme gialle impegnati da questa mattina in 50 perquisizioni fra Milano, Genova, Como, Novara, Pavia, Reggio Calabria e Varese, Catanzaro. La droga arrivava in Italia nei tir, in particolare dall'Olanda, e veniva stoccata in un magazzino di Gerenzano, nel Varesotto, affittato a una società di traslochi di un altro indagato per poi essere subito smistata fra i diversi acquirenti, tra i quali spiccano nomi noti del panorama criminale lombardo a cominciare dal clan Flachi della Comasina, il cui boss Davide Flachi è stato di recente condannato a 20 anni di reclusione dal tribunale di Milano.

Il trafficante di droga: "Siamo i numeri uno, sto lavoro lo so fare"

"Siamo i numeri uno. Non c'è un c...o da fare, sto lavoro lo so fare". Commentava così le proprie abilità come trafficante di droga  Bruzzaniti. È quanto emerge dagli atti dell'inchiesta 'Money Delivery' della Guardia di Finanza che ha portato all'esecuzione di 38 misure cautelari in carcere. "Bruzzaniti è veramente un abile manager nell'importazione di stupefacente - scrive la gip di Milano, Stefania Donaedo, nell'ordinanza - dimostrando di essere in grado di mantenere sia i rapporti con i fornitori stranieri, sia i rapporti con chi deve assicurare il trasporto dello stesso in Italia, sia con chi deve assicurare il trasferimento della merce acquistata in luoghi sicuri nella zona di Varese)" dove "lo stupefacente deve essere custodito per poi essere rivenduto a prezzi che egli stesso determina".

"Ma è anche attento - conclude la gip - nello stabilire la percentuale che spetta a tutta la filiera dei lavoratori, da chi importa a chi smercia. L'alleanza con Imperiale che vuole estendere i suoi traffici sulla piazza lombarda dimostra, ancora una volta, che lui e solo lui poteva essere il valido interlocutore della criminalità organizzata napoletana" perché "egli era il dominus del traffico di stupefacente in Lombardia".

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