Berlusconi morto, fuga di voti da Forza Italia verso FdI e Lega

Ma alle Europee Forza Italia può rinascere. L'analisi

A cura di Alessandro Amadori*
Politica

Berlusconi ha profondamente cambiato le modalità della comunicazione politica, introducendo di fatto la moderna metodologia dello storytelling nel linguaggio dei partiti e dei candidati

Con la scomparsa di Silvio Berlusconi, si chiude un periodo della storia politica italiana durato praticamente trent’anni. Il ruolo che Berlusconi ha avuto nello scenario politico nazionale è stato davvero notevole. Egli ha profondamente cambiato le modalità della comunicazione politica, introducendo di fatto la moderna metodologia dello storytelling nel linguaggio dei partiti e dei candidati. Ha sviluppato una vera e propria lingua degli affetti, focalizzata su sogni, speranze, desideri ed emozioni, che gli elettori hanno molto apprezzato e che è stata ripresa e imitata, non sempre con successo, da coloro che sono venuti, politicamente parlando, dopo di lui.

Ha incentrato le attività di comunicazione politica sul mezzo televisivo, innovando rispetto alla precedente liturgia dei comizi e dei volantinaggi. Ha portato sulla scena la forza del grande personaggio protagonista, dell’Eroe nel senso appunto dello storytelling, semplificando e disintermediando il rapporto fra elettori e leader di partito. Ha introdotto una nuova forma di organizzazione partitica, più snella e meno articolata sul territorio (proprio per la molto maggiore attenzione ai mezzi di comunicazione di massa). Ha costruito uno schema pragmatico di alleanza fra i partiti di centrodestra che, ripreso da Giorgia Meloni, ha portato alla vittoria dello stesso centrodestra alle scorse elezioni politiche e alla prima premiership femminile nel nostro Paese. Qualunque sia l’opinione che si ha su Berlusconi, è impossibile non riconoscerne il ruolo centrale che egli ha, per così tanto tempo, avuto.

Che cosa succederà ora di Forza Italia e che conseguenze ci saranno sul centrodestra nel suo complesso? Il monitoraggio di opinione pubblica attuato da Istituto Piepoli, nella rilevazione di fine maggio, assegna a Forza Italia una consistenza elettorale pari al 7,5 per cento. Una quota sufficiente a determinare un significativo impatto sugli equilibri politici nazionali. Chiunque sarà il successore di Silvio Berlusconi, non sarà semplice per lui/lei raccogliere la sua eredità in Forza Italia. E sussiste un certo rischio che, con l’uscita di scena dell’ex Cavaliere, possa esserci un brusco calo dell’elettorato, perché potrebbero venire meno i voti di coloro che sceglievano Forza Italia principalmente, se non esclusivamente, perché identificavano il partito con la figura di Silvio Berlusconi. Potremmo quindi assistere a una fuoriuscita di voti dal contenitore indebolito di Forza Italia verso Fratelli d’Italia, la Lega, Italia Viva e Azione.

Tuttavia, se il successore di Berlusconi, come sembra molto probabile, sarà Antonio Tajani, una possibilità di mantenimento di ruolo per Forza Italia c’è e sembra praticabile. E riguarda il segmento centrale dell’offerta politica. Un segmento che ha visto recentemente naufragare i tentativi di espansione della strana coppia formata da Matteo Renzi e Carlo Calenda. Se Tajani saprà avvantaggiarsi dell’appannamento di immagine, e di azione politica, di Renzi e Calenda, consolidando la connotazione di Forza Italia come partito per vocazione centrista e orientato a garantire la stabilità del Paese (e quindi escludendo qualsiasi riflesso negativo sulla maggioranza di governo), dopo una possibile iniziale perdita di intenzioni di voto (per via dell’inevitabile smarrimento dovuto alla scomparsa di Berlusconi) si potrebbe arrivare alle prossime elezioni europee con ragionevoli possibilità, per Forza Italia, di mantenere la consistenza elettorale attuale. Confermando il suo ruolo di “stabilizzatrice di sistema”. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se questa eventualità si realizzerà, e ci aiuteranno molto in questo senso i sondaggi sulle intenzioni di voto.

*politologo e sondaggista

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