Germania prima della classe? Così Berlino tiene sotto scacco l'intera Ue

Può un 27° di Nazione gestire tutti gli affari sostituendosi agli altri 26?

di Ezio Pozzati
Olaf Scholz
Politica

Il caso delle auto elettriche e dello stop a quelle a benzina

Che la Germania fosse afflitta dalla sindrome del “primo della classe” è risaputo. Da oltre vent'anni domina tutte le scelte che il vari Commissari Europei, via via succedutisi, hanno avallato con totale ossequiosità. Non ultima è la presa di posizione in merito al gas russo (prezzo e distribuzione) ora, da un po' di tempo, si sta cimentando nella “partita” delle auto elettriche. Può un 27° di Nazione gestire tutti gli affari sostituendosi agli altri 26? E' proprio necessario arrivare al 2035 per avere solo auto elettriche? Ma lo sanno in Europa quante centrali devono essere costruite (che funzionano a ...) per far circolare le auto o altri mezzi di trasporto?

Dato che ci troviamo in presenza di quel “SOTUTTOIO” (il vero saccente), allora non mi resta che dimostrare che non esiste solo l'auto elettrica, ma anche ad “acqua” che può percorrere fino a 5.000 con 5 (cinque) litri, tutta la gamma ad “idrogeno” ed anche ad “aria” (il primo motore ad aria compressa è del 1840) e per non essere di parte vi rimando alla ricerca su www.youtube.com con le voci di cui sopra, troverete che ci sono persone ed aziende che hanno prodotto importanti risultati.

Ora non mi rimane che ricordare alla Germania che non è possibile, sempre, tenere sotto scacco gli altri Paesi europei e non è necessario imporre le proprie idee. La ricerca è uno strumento previsto anche dal PNRR ergo lo si applichi per tutto ciò che può essere alternativo. Ora, un appello: ai Parlamentari (tutti) perché trovino il tempo di informarsi ed eventualmente toccare con mano i vari risultati conseguiti da chi se ne occupa non occorre una laurea in ingegneria per vedere come funzionano i vari mezzi “non elettrici”, a tutti i Governi dei 27 perché dedichino parte del loro tempo, attraverso i Ministeri, le università e strutture varie (in Italia abbiamo anche il CNR) e si informino di quanto è possibile trovare sul mercato domestico ed internazionale. La sfida la voglio lanciare perché la ricerca, non importa chi la fa (se un inventore o un'azienda), ha sempre avuto un peso sull'economia ed anche sulla salute delle persone e dell'ambiente. E, per favore, senza prevaricare alcuno. Mater artium necessitas – La necessità è madre delle arti.

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