Lady Fratoianni vuole togliere il "Merito" al Ministero di Valditara

La deputata, moglie del segretario di Sinistra Italiana, propone di introdurre la denominazione "Inclusione"

Di Giuseppe Vatinno
Nicola Fratoianni e Elisabetta Piccolotti
Politica

Elisabetta Piccolotti, "Lady Fratoianni" per la maggioranza degli italiani, vuole cambiare la denominazione in Ministero dell'Istruzione pubblica e dell'inclusione

Elisabetta Piccolotti, “Lady Fratoianni”, com'è conosciuta dalla maggioranza degli italiani, non ha perso occasione per ficcarsi in una nuova polemica, proprio mentre il marito Nicola è alle prese con le richieste da parte della minoranza interna di Sinistra Italiana che gli chiede in una lettera di “assumersi le sue responsabilità” per il caso Soumahoro e quindi, conseguentemente, di dimettersi.

Tra i firmatari Silvia Prodi, nipote del più noto Romano ed Elena Fattori, l’ex senatrice che mise in guardia Fratoianni sulla candidatura Soumahoro e non fu ascoltata.

Ma torniamo alla Piccolotti. Ricordiamo che la sua elezione fu molto criticata, anche a sinistra, perché è la moglie del segretario del partito, ma lei fece spallucce bollando le giuste critiche come “sessiste” e “maschiliste”, ormai comodo rifugio di chiunque voglia sfuggire a qualsiasi critica e dicendo che lei comunque era una impegnata militante e quindi se lo meritava.

Ora non contenta della figuraccia in cui è incappato suo marito vuole superarlo con la critica alla denominazione del ministero dell’Istruzione e del Merito guidato da Giuseppe Valditara. Una battaglia che la dice lunga su quali siano le responsabilità della sinistra nello sfascio dell’Italia.

“Betta” – come la chiamano gli amici - eccitata dal “successo” di Soumahoro vuole anche lei la sua parte di gloria e quindi è partita all’attacco della parola Merito: “La retorica del Merito è una presa in giro soprattutto se inserita nella nomenclatura del ministero dell'Istruzione. È per questo che abbiamo presentato un emendamento per cambiare la denominazione in Ministero dell'Istruzione pubblica e dell'inclusione”.

Lady Fratoianni quindi vuole sostituire la parola “Merito” (con la M maiuscola) con quella “inclusione” (con la minuscola) dimostrando di non aver capito niente sul ruolo formativo che deve avere la scuola.

Infatti, negli anni, la sinistra ha sistematicamente attaccato e debellato dalle fondamenta le Istituzioni che una volta funzionavano e le ha umiliate al ruolo di ancelle spuntate di un egualitarismo produttore di asini e somari i cui effetti si vedono tuttora nella nostra società.

È stato proprio grazie al 6 politico e al 18 politico che la classe dirigente italiana – nella sua grande  maggioranza - è diventata una mandria di asini al pascolo. Ormai si taroccano i CV all’incontrario, perché se uno ha studiato troppo o è troppo bravo deve nasconderlo se no le varie lady Fratoianni che infestano il dibattito pubblico lo bacchettano.

Perché la sinistra ha dunque così paura del Merito? Ovvio, perché dietro la spinta alla omogeneizzazione livellatrice si nasconde la profonda ignoranza e il lassismo di chi pensa che ci siano scorciatoie al Merito. E qui dobbiamo fare ancora riferimento a Soumahoro che è diventato deputato sul sudore e la fatica di chi gli ha prestato una immeritata fiducia, appunto senza Merito.

Betta ce l’ha con il ministro “cattivo” Valditara e con Giorgia Meloni perché per lei rappresentano quel mostro temibile che è appunto il Merito e i suoi fratelli e cioè l’Impegno e la Competizione. Invece il substrato dell’ideologia dei Fratoianni’s è quello di far carriera facile, magari con la politica e il sindacato, senza impegnarsi, senza sudare, senza lottare e appunto… senza Merito.

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