"Nazisti? No, era una banda musicale". Via Rasella, bufera su La Russa

Il presidente del Senato ha risposto alle critiche che avevano travolto la premier Meloni con riguardo all'eccidio delle Fosse Ardeatine

di redazione politica
Politica

Fosse Ardeatine, bufera su La Russa: "Via Rasella? Non erano nazisti, ma una banda musicale"

È bufera sul presidente del Senato Ignazio La Russa, che in un’intervista a “Terraverso”, podcast di Libero, rispondendo sulle critiche alla premier Meloni circa l'eccidio delle Fosse Ardeatine riferito a “morti italiani” ha dichiarato: “Via Rasella è stata una pagina tutt'altro che nobile della Resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS”.

E ancora: "Quando Meloni dice 'uccisi perchè' italiani" riferendosi ai martiri delle Fosse Ardeatine, "nella sua testa lo sa che questi italiani erano antifasciti, ebrei, detenuti politici, qualcuno chi lo sa pure fascista, ma se li deve racchiudere in una sola parola, dice 'perchè italiani'. Farne uno scandalo significa voler fare polemica non avendo argomenti". Meloni, ha aggiunto La Russa, “sa benissimo che quegli italiani furono uccisi per rappresaglia dopo quello che i partigiani avevano fatto a Via Rasella”.

Immediata la replica delle opposizioni, che hanno dichiarato a più voci l’inadeguatezza di La Russa a ricoprire il ruolo di presidente del Senato: “Alla forze politiche che organizzarono La Resistenza, e tra esse ai comunisti italiani, tutti noi dobbiamo La conquista della libertà e della democrazia, che la tirannide fascista aveva uccise, e la fondazione della nostra Repubblica. Il Presidente La Russa porti rispetto alla storia di chi ha fondato La Repubblica. È in base al sacrificio dei partigiani, e tra loro tanti comunisti, che lui oggi può sedere ai vertici della nostra Repubblica” ha dichiarato il senatore Francesco Verducci, della Commissione Cultura del Senato.

Parole accompagnate dall’ira dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi): “Le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l'alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo tesa ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza" ha affermato il presidente Gianfranco Pagliarulo. "Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti - ricorda Pagliarulo - stava completando l'addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne. Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani"

Fosse Ardeatine, La Russa: Non ho detto via Rasella azione ingloriosa, ma tra le meno gloriose”

Il presidente del Senato, a fronte dei ripetuti attacchi, ha così corretto il tiro: "Confermo parola per parola la mia condanna durissima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito 'una delle pagine più brutali della nostra storia'. Confermo, altresì, che a innescare l’odiosa rappresaglia nazista fu l’uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita 'ingloriosa' bensì 'tra le meno gloriose della resistenza'”.

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"Le parole di La Russa sono indegne per l'alta carica che ricopre", reagisce l'Associazione partigiani. "È grave che il presidente del Senato, seconda carica di uno Stato nato dalla Resistenza e dalla guerra di liberazione, parli di via Rasella nel modo in cui lo ha fatto nell'intervista a Libero. Siamo di fronte ad un esempio di revisionismo storico che, inoltre, sposa il punto di vista dei fascisti - aggiunge il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia - mi dispiace per La Russa ma non è accettabile mettere sullo stesso piano i partigiani che combattevano per liberare l'Italia e i nazifascisti".

Per il dem Francesco Verducci, della Commissione Cultura del Senato chiede a La Russa di "portare rispetto alla storia di chi ha fondato la Repubblica. È in base al sacrificio dei partigiani, e tra loro tanti comunisti, che lui oggi può sedere ai vertici della nostra Repubblica".     

"Per decenni i neofascisti italiani e i nazisti in giro per l’Europa  - dice il leader di SI, Nicola Fratoianni -  hanno insozzato in tutti i modi la Resistenza contro Hitler e Mussolini. Vedo che purtroppo anche l’attuale seconda carica dello Stato va in questa direzione. Forse è meglio che parli un po’ di meno - conclude Fratoianni - e studi un po’ di più, almeno la storia…  E si conferma, ancora una volta,  che si trova nel posto sbagliato".

Critiche a La Russa arrivano anche dal M5S (“L’ennesima dichiarazione revisionista del Presidente del Senato su quanto accaduto a via Rasella non nasconde solo rigurgiti ideologici che una destra seria e moderna dovrebbe aver superato, ma anche il palese tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalle inadeguatezze di questo governo”, dice Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera M5S) da Azione ("La Russa danneggia la credibilità dell'Italia, secondo Osvaldo Napoli) e dal segretario di +Europa Riccardo Magi, secondo cui "la seconda carica dello Stato avvia così le celebrazioni per il 25 Aprile, con un mix di falso storico e mancanza di senso dello Stato e senso della democrazia. Non sono le celebrazioni ufficiali, certo, e neanche lui dovrebbe essere la seconda carica ufficiale del nostro Paese”.

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