Carcere Cassino, detenuto simula il suicidio e prende in ostaggio gli agenti

Momenti di paura lunedì sera nel carcere di Cassino: un detenuto simula il suicidio per impiccagione e sequestra un agente della Penitenziaria

Il carcere di Cassino
Roma

Cassino: un detenuto della Seconda Sezione simula un suicidio con una corda e quando gli agenti della Polizia Penitenziaria entrano nella cella per salvarlo, tenta di sequestrarli minacciandoli con una lamette.

A rendere nota la notte di follia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il cui segretario Maurizio Somma, commenta: “Prosegue inarrestabile la spirale di violenza nelle carceri italiane, dove non passa giorno in cui non si registrino da un lato gli episodi violenti ed eventi critici e dall’altro le richieste di urgenti provvedimenti da parte dei rappresentati sindacali SAPPE dei poliziotti penitenziari”.

Il sindacato: "E' arrivato un gruppo di detenuti particolarmente aggressivi"

Ancora Somma: “I problemi di sicurezza del carcere di Cassino sono aumentati da alcune settimane, in coincidenza con l’arrivo nella struttura di alcuni detenuti particolarmente aggressivi. Martedì sera verso le 20 un detenuto della Seconda Sezione ha simulato in cella un tentativo di impiccamento ma, una volta entrati nel locale alcuni poliziotti penitenziari per sventare l’evento, questi proditoriamente si è impadronito delle chiavi dalle mani dell’Agente e ha bloccato il personale nella cella. Il detenuto aveva nell’altra mano una lametta, nascosta. Subito sono intervenuti altri poliziotti, anche fuori servizio, perché il detenuto aveva aperto altre celle i cui occupanti, responsabilmente, non hanno aderito a questa violenta protesta rimando all’interno dei locali. Si è quindi riusciti a liberare i colleghi e sgominare il sequestro lampo degli Agenti di servizio. Sono stati momenti di grande tensione, gestiti con sangue freddo e professionalità dai poliziotti penitenziari, sintomatici della reale situazione penitenziaria. Basta! Non siamo carne da macello e non si può più tollerare tutta questa impunità di cui godono i detenuti violenti!”.

Donato Capce: "L'istituto era un eccellenza"

Netta la denuncia di Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Stiamo assistendo giorno dopo giorno all' inesorabile sfascio di un istituto che soltanto fino a qualche anno fa era un’eccellenza nel panorama nazionale”.

Il leader nazionale del SAPPE esprime solidarietà ai poliziotti sequestrati a Cassino ed è impietoso nella sua denuncia: “Purtroppo quotidianamente subisce eventi critici di ogni tipo: aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno”. “Importante e urgente”, prosegue, “è prevedere un nuovo modello custodiale. Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai precedenti vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia. Confidiamo dunque che ora si vedano finalmente fatti concreti”.

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