Fiumicino, la dependance di Roma e dell'aeroporto sogna di diventare una città

“Senza ospedale, senza tribunale, vigili del fuoco e neanche il treno". Mario Baccini disegna il futuro di Fiumicino

di Carlo Roma
Mario Baccini
Roma

Ex sottosegretario, ex ministro, da anni presidente dell'Istituto per il Microcredito e con un sogno ricorrente: “Cambiare Fiumicino, l'ex periferia di Roma mai diventata città in una realtà economica, sociale e culturale con una sua caratteristica”.

Per questo Mario Baccini, per la seconda volta si mette a disposizione di quella serie di “piccoli centri” che vanno da Fiumicino paese, testa di Lepre, Maccarese, su sino a Passoscuro.

Presidente Baccini, perché ricandidarsi e sfidare un ciclo che dura da 10 anni?

“Perché in 10 non è successo nulla di eclatante. Fiumicino è considerata estrema periferia di Roma, l'ex XIV Municipio e, in alcune occasioni, siamo la dependance dell'aeroporto. Se non diventiamo velocemente una città non possiamo avere i diritti di una città”.

 

Perché Fiumicino non è una città?

“Dopo questi anni di amministrazione manca un ospedale, manca un pronto soccorso e la ferrovia che veniva qui è stata tolta. Manca un Tribunale, mancano i pompieri. Insomma, mancano tutti quei servizi primari che oggi Fiumicino denuncia”.

Sembra quasi che per i romani Fiumicino sia una frittura di pesce e uno spaghetto alle vongole. Non è così?

“Non è solo quello. La mano di Dio ha dato tanto. Ha risorse naturali uniche al mondo. Abbiamo il sito archeologico più grande del mondo, 24 chilometri di costa e siamo il Comune agricolo più grande d'Europa ma tutto questo non è razionalizzato. La politica deve entrare con una pianificazione diversa da quanto fatto sino ad oggi: palazzine senza servizi e opere primarie. Eppure siamo una città di 85 mila abitanti che cresce di mille unità l'anno in controtendenza rispetto al dato nazionale”.

Cosa vi proponete?

“Di lasciarci alle spalle edilizia scolastica inesistente, trasporti inesistenti e pensare al futuro. Possiamo fare concorrenza a Miami, Barcellona, e Amsterdam che non hanno i beni naturali che abbiamo. Il Tevere può diventare una grande risorsa. Ci troviamo di fronte a un decollo con una programmazione intelligente e una copianificazione. Le grandi infrastrutture che non hanno ristorato i danno economici e sociali. Fiumicino è un insieme di località ma io ho in testa Londra, il modello con la city e i satelliti intorno che funzionano”.

Da un punto di vista sociale e culturale i cittadini pronti a questo salto di qualità E' arrivato messaggio di cambiamento?

“Ho parlato di un sistema intermodale che colleghi le infrastrutture compreso l'aeroporto. Un progetto come il water front che ricolleghi i 24 chilometri di costa è uno dei grandi progetti che vogliamo realizzare con Regione Governo. L'altro progetto è quello della metropolitana leggera. Non sono utopie perché sino ad oggi abbiamo brillato per non avere progetti per non avere idee. Ma Fiumicino è un'idea e su questa dobbiamo lavorare in maniera forte. Ci dobbiamo rimboccare le maniche”.

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