Visco: "Vicini a livelli in cui fermare gli aumenti dei tassi", non per l'Ocse

Il governatore di Bankitalia: "Ci sono segnali per cui possiamo essere rassicurati"

di Redazione Economia
Ignazio Visco
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Bce, Visco: "Siamo vicini ai livelli in cui fermare i tassi d'interesse". Ma per l'Ocse...

"Siamo vicini ai livelli in cui fermare i tassi". Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, all'evento 'Il futuro dell'inflazione' organizzato dall'Ispi. "Ci sono segnali per cui in qualche modo possiamo essere rassicurati rispetto ai rischi forti che temevamo l'anno passato", ha spiegato Visco per il quale "bisogna essere molto cauti nel modo in cui ci esprimiamo", in quanto, "a bocce ferme, se non succede niente, e' una sfida continua", per cui "bisogna chiedersi cosa fare adesso: noi guardiamo i dati e in base ad essi prendiamo le decisioni".

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A proposito di dati, il governatore ha ricordato che "l'occupazione tiene", che "l'inflazione e' scesa", pero' "abbiamo da guardare all'inflazione di fondo" e "qui notiamo un rallentamento della discesa che non e' molto forte". Insomma, "e' difficile dire dove la Banca centrale voglia andare perche' dobbiamo avere contezza" dei dati e "vedere l'inflazione dove va, perche' in base ad essa vanno" i tassi di interesse, ma per il momento "gli effetti di restrizione monetaria ancora non sono del tutto evidenti". Insomma, ha concluso Visco, per il futuro della politica monetaria "dipende da cio' che succede", tuttavia "siamo vicini ai livelli in cui fermare i tassi".

Bce: Ocse, politica appropriata, necessari altri rialzi tassi

La politica monetaria adottata dalla Bce "e' appropriata", tuttavia "sono necessari ulteriori incrementi dei tassi di riferimento per ridurre in modo duraturo le pressioni inflazionistiche sottostanti che sospingono l'inflazione di fondo". E' quanto sostiene l'Ocse nell'ultima 'Economic survey' sull'Unione europea. Per l'organizzazione, quindi, bisognera' "mantenere un orientamento di politica monetaria restrittivo, in funzione dei dati, per assicurare che le aspettative di inflazione rimangano saldamente ancorate e che l'inflazione si riduca in modo duraturo verso il suo obiettivo di medio termine".

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Ue: Ocse, Pil +0,9% in 2023 ma incertezza e rischi ribasso

Rallenta la crescita della zona euro nel 2023: la ripresa economica europea e' stata interrotta dalla guerra in Ucraina, che ha fatto salire i prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari e ha frenato la ripresa post-pandemia. Si stima un Pil a +0,9% quest'anno e un recupero a +1,5% nel 2024, mentre l'inflazione dovrebbe scendere al 5,8% nel 2023 e al 3,2% nel 2024, rimanendo comunque al di sopra dell'obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea.

Lo si legge nell'Economic survey dell'Ocse che conferma la stima dello scorso novembre sottolineando che sulle prospettive di breve termine della zona euro restano "incertezza e rischi al ribasso". "Sebbene un'azione politica coordinata e tempestiva abbia contribuito a evitare una grave recessione, le prospettive a breve termine rimangono offuscate dall'incertezza", si legge.

Ocse: "Senza un nuovo Patto di stabilità si rischia altra inflazione"

La riforma della governance dell'Eurozona "e' necessaria" e la proposta per il nuovo Patto di Stabilita' "e' un passo nella giusta direzione". E' quanto sostiene, nella sua ultima indagine economica sull'Unione Europea e sulla zona euro, l'Ocse per la quale un ritardo nel chiarimento delle regole di bilancio a livello continentale potrebbe contribuire a far incrementare l'inflazione e "indebolirebbe la percezione sulla necessita' di stabilizzare i bilanci pubblici".

"Il rispetto delle regole di bilancio dell'Ue nel periodo pre-pandemia e' stato parziale, con il risultato di una politica di bilancio non sufficientemente anticiclica e di un debito pubblico non sufficientemente in calo o in aumento", prosegue l'Ocse secondo la quale "una maggiore enfasi sulla sostenibilita' fiscale e sulla pianificazione pluriennale potrebbe migliorare significativamente i risultati".

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