Cronache dal mercato dell'arte
Capitolium Art tra risultati record e promozione dell’arte visiva
A Capitolium Torino, la personale “Aldo’s Delicatessen” celebra il genio ironico e anticonformista di Aldo Mondino

Capitolium Art tra risultati record e promozione dell’arte visiva
Ha anticipato di oltre mezzo secolo la celeberrima “Comedian”, la “banana” di Maurizio Cattelan, aggiudicata a Sotheby’s New York, nel novembre 2024, per 6,2 milioni di dollari. Aldo Mondino, il Maestro torinese (1938-2005), più volte presente alla Biennale di Venezia, anche con sala personale, sin dagli anni Sessanta aveva creato installazioni edibili, realizzate cioè con materiali commestibili, che il collezionista poteva mangiare e poi sostituire proprio come accade con la ormai mitica banana.
A questa serie di lavori, da mercoledì 29 ottobre 2025, la sede torinese di Capitolium Art Gallery dedica “Aldo’s Delicatessen”, rassegna che raccoglie cinque storiche sculture di Mondino, primo nucleo di una più vasta mostra sull’artista che la galleria ospiterà dalla prossima primavera.

Il titolo scelto per la mostra, curata da Afra Canali (con la collaborazione dell’Archivio Aldo Mondino) allude appunto alla peculiare natura dei lavori in esposizione, creati manipolando con le tradizionali tecniche scultoree della fusione e dell’intaglio di materiali “golosi” inconsueti nella pratica delle arti plastiche come il torrone e il cioccolato.
Oppure assemblando in mosaici migliaia di cioccolatini o disegnando a terra, con una miriade di minuscole granaglie, effimeri tappeti da preghiera sui quali nessuno potrebbe inginocchiarsi. Artista di straordinaria originalità linguistica, Mondino aveva iniziato a usare materiali edibili già a partire dalla metà degli anni ’60, dando vita, con zucchero, torrone, cioccolata e pasta di caramelle a opere come non si erano mai viste prima: una galleria d’arte da Paese delle Meraviglie in equilibrio tra satira e fiaba. L’anticonformismo autentico che governava ogni aspetto della sua vita, la capacità di portare la sua ricerca su territori inesplorati, ne facevano un naturale precursore e di conseguenza un isolato.
Di lui si è parlato come di uno dei pionieri della pop art italiana ma non era propriamente un autore pop. Precocemente compaiono nella sua produzione aspetti che lo avvicinerebbero all’Arte povera, ma i poveristi non lo consideravano uno di loro e neanche i concettuali, benché fuori dagli schemi concettuale lo fosse non poco.
Era stato anche uno dei primi a produrre rivisitazioni di capolavori del passato e quel confronto, condotto sul filo di un’elegante quanto dissacrante ironia, può far intuire un’anticipazione del post moderno. La sua ricerca è stata condotta nel segno del gioco e di un’intelligenza assolutamente sopra le righe, ma anche di una sorta di bulimia creativa che ha portato Mondino a produrre cicli di opere talmente diversi gli uni dagli altri da non sembrare emanazioni di un medesimo artefice.
Nessuno è riuscito a ingabbiare il suo lavoro in una definizione. Mondino è l’artista del ‘900 indefinibile per definizione, il talento eterodosso che, non inseguendo alcun modello, ha finito per diventare lui stesso un modello. Se non per gli artisti della sua generazione, almeno per quelli delle generazioni successive.
Le cinque delicatessen di Mondino in mostra a Capitolium Art spaziano temporalmente dal 1968 con Torre di Torrone, al 1999 con un trittico di cioccolatini (“The byzantine world”). E non manca un’installazione esposta alla Biennale: “Raccolta in preghiera”, un assemblaggio di granaglie realizzato nel 1986 e presente a Venezia nel 1993.
La mostra conferma l’impegno di Capitolium Art nel diffondere la cultura dell’arte visiva. L’auction house, guidata dai fratelli Rusconi (Giorgio è il presidente e Gherardo l’Amministratore delegato, in foto con Antonio Mondino, Amministratore dell'Archivio) è una delle poche case d’asta a promuovere veramente l’arte visiva, come dimostrano, tra le altre, le personali di Maestri come Mario Schifano, Leoncillo Leonardi ed Ettore Colla organizzate presso la sede romana di Capitolium, di via delle Mantellate a Roma, nello spazio che fu il mitico studio di Schifano.
Questa vivacità trova riscontro anche nei risultati di mercato. Stabilmente da alcuni anni tra le prime 10 auction house attive in classifica, sta scalando velocemente il rating. Nel primo semestre 2025 (Fonte Il Sole 24 Ore) è stata quella, tra le top ten, a registrare la più alta crescita di aggiudicato (14,6%).
Nel secondo semestre di quest’anno ha registrato clamorosi exploit. Il dittico di Schifano “I remember Giacomo Balla, New York city”, partito lo scorso 16 ottobre a 80 mila euro e aggiudicato a 300 mila euro (378 mila con i diritti). Mentre il 14 ottobre, “Samaritana” di Artemisa Gentileschi, partita a 20 mila euro, è arrivata a 145 mila euro (oltre 182 mila con le provvigioni).

