Tornare a vivere, ma si aiutino i popoli che si sono scordati cosa significa
Dopo l’appello di Matteo Salvini su Affaritaliani.it. Vivere è una caratteristica della democrazia
Condivisibile il messaggio agli italiani fatto da Matteo Salvini su Affaritaliani.it: tornare a vivere! Sia circa le azioni comuni (da andare al parco al ristorante alla partita di calcio) che l’economia (fare in fretta coi ristori per le persone e le aziende, aiutare per esempio chi è diventato vittima dell’usura). Evidentemente, bisognerà aspettare gli effetti della campagna vaccinale e il via libera dei medici e degli scienziati, ma sembra che tra estate e autunno si uscirà dall’incubo.
Tuttavia, si può aggiungere un tema a quanto sostenuto da Salvini. Vivere è una caratteristica della democrazia. Vivere e democrazia, di cui tutti i popoli sono degni. Lo sa bene l’ultima nazione che sta dando prova di eroismo: Myanmar (Birmania), la cui gente sta sfidando la dittatura militare. Come ne sono consapevoli gli hongkonghesi, gli uiguri e i tibetani, oppressi dal regime comunista di Pechino. Si pensi anche alla libertà e a come “non” si vive nella Bielorussia di Aleksandr Lukashenko, la Russia di Vladimir Putin, la Siria di Bashar al-Assad, la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, il Venezuela di Nicolas Maduro. Tutti Paesi, dove la protesta è accesa o pronta a riesplodere: spetta alla comunità internazionale democratica aiutare questi milioni di donne e uomini, anche alla luce delle posizioni risolute in tema di democrazia e di diritti umani del neopresidente Usa Joe Biden. Poi toccherà alle altre dittature, dove le persone si sono dimenticate del nesso tra vivere e democrazia: la Cuba di Miguel Diaz-Canel (nato dopo l’instaurazione del regime di Fidel Castro), la Corea del Nord di Kim Jong-un, il Nicaragua di Daniel Ortega, fino ad arrivare alle pseudo democrazie, islamiche e no, del Medio Oriente e a quelle corrotte dell’Africa.
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