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Prima serata
Angelo Teodoli, il mago merlino dei palinsesti, conquista il Nord

Angelo Teodoli è un uomo Rai, di obiettivamente ardua collocazione politica, qualcuno sostiene abbastanza trasversale, ma quello che conta davvero è che il suo mestiere lo sa fare.

Siamo andati a verificare come ha risposto la vecchia Rete dal giorno del suo insediamento  - voluto da Mario Orfeo e Monica Maggioni, rispettivamente direttore generale e presidente Rai - e i dati non sono affatto negativi. Teodoli è diventato direttore dell’ammiraglia Rai («quella che paga gli stipendi di tutti», diceva sempre l’ex direttore generale, il taurianovese Agostino Sacca) il 12 ottobre dello scorso anno. Grazie all’aiuto di Anthony Cardamone, a capo del dipartimento ricerche diOmnicom Media Group in collaborazione con l’agenzia Klaus Davi and company, abbiamo confrontato l’andamento della rete dalla metà dell’ottobre 2017 alla fine dell’aprile di quest’anno, misurandolo in sovrapposizione con lo stesso periodo dell’anno precedente. Ebbene, Rai 1 è stata in grado di guadagnare nel giorno medio circa il 5% in più di spettatori, registrando una crescita di 0,4 punti percentuali in termini di share. Gli ascolti del prime time giocano una partita importante: tra le 21 e le 23, infatti, la prima emittente Rai incrementa l’audience del 6% in termini di spettatori, segnando un +1,4 intermini di share percentuale.

Per ciò che concerne i profili sociologici, non si sono presentati rivolgimenti rilevanti se si considera la golden share del canale. Qualche oscillazione però c’è stata: si registra una crescita dell’audience superiore alla media nelle regioni del Nord Italia (+8% vs. media nazionale del +5%). In queste regioni la share ha avuto una crescita superiore al un punto percentuale. Di contro, nelle regioni del sud si registra un calo di mezzo punto e quindi in controtendenza rispetto al dato nazionale, nonostante in Campania (che è una delle regioni che più contribuiscono all’ascolto totale) risulti in forte crescita.

 

Andrea Fabiano racconta la sua Rai 2 ad Affaritaliani video
 

Passando a Rai 2, il bilancio per Andrea Fabiano è meno brillante, ma – bisogna ammetterlo – l’ex boss di Rai Uno non ha raccolto un’eredità facile. Analizzando lo stesso periodo preso in considerazione per Rai 1, la seconda rete nel giorno medio perde il 6% di spettatori, vale a dire lo 0,5 di share in meno. È il prime time ad accusare di più, con un segno negativo di un punto percentuale che si traduce in una defezione del 14% di spettatori, prevalentemente distribuiti fra le  fasce più giovani e fra le regioni del Nord Est e del Sud. La sensazione, però, è che Rai 2 si sia distinta per una scelta qualitativadei programmi che ha portato rilevanti risultati. Pensiamo a esperimenti come Lo Squadrone - I Cacciatori di Calabria, un documentario dedicato ai Carabinieri anti-mafia che è riuscito addirittura a battere una corazzata di Mediaset come Matrix - programma condotto dal bravo giornalista Nicola Porro - in quanto a spettatori assoluti, anche se in una sola occasione. E anche il talent in prima serata, The Voice of Italy,  che si ispira a standard linguistici meno triviali di altri contenitori simili, pur non garantendo più gli ascolti di una volta, ha decisamente giovato all’immagine del canale.

 

stefano coletta ape
 

Per Rai 3 (in questo caso l’analisi parte da agosto, essendo subentrato Stefano Coletta a Daria Bignardi il 27 luglio 2017), invece, si registra un andamento sostanzialmente stabile durante il giorno (+1% spettatori); mentre in flessione è la fascia prime time, che fa segnare un calo di 1 punto percentuale di share e un conseguente 17% di spettatori in meno. L’assenza di Fazio si fa sentire, è normale. La flessione per la Terza rete è determinata soprattutto dai target più giovani (under 45 in calo del 15% circa nel totale-giorno). A livello territoriale, le regioni che guardano meno Rai Tre sono  Piemonte, Toscana e Puglia; cresce invece l’attenzione in Veneto, in Lazio e in Calabria. Più volte abbiamo scritto che questa rete risente del disorientamento che sta colpendo il pubblico di riferimento (eloquente il dato toscano in tal senso), molto prima dell’era Coletta. Il quale sta facendo operazioni interessanti, come per esempio la messa in onda in seconda serata di documentari, tra cui spiccano per eleganza uno dedicato al magistrato Vittorio Occorsio, ucciso da un terrorista nero, e il programma di Sabrina Ferilli dedicato alle persone transessuali.

 

 

SPIGOLATURE

 

Tra i punti di forza di Rai 3 c’è sicuramente il felice esperimento di Bianca Berlinguer, in onda con #Cartabianca dal lunedì al venerdì alle 18.25 e il martedì alle 21.15. Questa settimana la striscia dell’ex direttrice del Tg3 raggiunge una notevole media dell’8.10% di share, e non era scontato visto che in quella fascia dominava Geo&Geo, un programma con alti standard di qualità e un’audience consolidata.

 

Per quanto riguarda i talk show politici, La7 si è aggiudicata nuovamente gli ascolti più alti del giovedì sera: Piazza Pulita ha registrato oltre 1,2 milioni di spettatori e il 6% di share,  battendo la concorrenza di Quinta Colonna che, su Rete 4, haintrattenuto 871 mila spettatori per uno share del 4%.

 

Sempre d’interesse per il pubblico i talent, con The Voice of Italy su Rai 2 che ottiene circa 2 milioni di telespettatori e il 9% di share.

 

Buon risultato anche per “Gods of Egypt”, film del 2016 trasmesso da Rai 4: è stato il programma più visto tra le emittenti non generaliste in chiaro durante la prima serata, con 822 mila spettatori e 3,3% di share.

 

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