Ascolti Tv Auditel, i Cacciatori di Calabria che hanno battuto Matrix
"Lo Squadrone Dispacci dalla guerra", una serie sulle gesta delle Forze dell'Ordine contro la 'Ndrangheta, capolavoro della Rai. Il silenzio della politica
Basta ascoltare gli sfoghi dei ragazzi, sapientemente scanditi puntata dopo puntata, contro uno Stato che con la sua miope noncuranza di fatto impone a una intera popolazione di scegliere fra delinquenza o emigrazione come unica alternativa! In queste parole, piu volte ribadite dagli 'sbirri' in trincea, si riassume tutta la miseria di una classe politica fallimentare. Proprio in questi giorni sembravano virtualmente dare man forte alla 'protesta' dei Carabinieri di Calabria le parole del pm Giuseppe Lombardo rilasciate ai media solo poche ore dopo un comunicato del calabrese Mario Minniti che elogiava da Roma via Ansa le forze dell'Ordine per la cattura (ennesima per nostra fortuna) di un pericoloso latitante.
"Basta complimenti - ha scritto l'artefice della scomoda inchiesta Gotha replicando a muso duro al ministro reggino - dateci le risorse." Per fortuna la Rai si è data una mossa. Certo, la serie meritava maggiori ascolti e un sostegno piu deciso. Il traino della fiction il Cacciatore ispirata al magistrato Alfono Sabella (non esattamente un esperimento riuscito , ma ci torneremo) che ha preceduto le puntate de 'Lo Squadrone' si è rivelato deludente. Mercoledi scorso l'ultima puntata, poi, è andata contro il partitone Juve-Real che avrebbe disintegrato chiunque, pure Sanremo.
Però un piccolo miracolo dell'auditel si è consumato. In termini di spettatori assoluti,il terzo episodio della saga dei Cacciatori di mafiosi è riuscita a battere la corazzata Matrix su Canale 5 condotta da Nicola Porro, se non in termini di share, sicuramente calcolando gli spettatori assoluti visto che i primi hanno totalizzato 606.000 spettatori con uno share del 4.5 e il talk di Canale 5 si è fermato a 535.000 riportando uno share del 6.2 (fonte Auditel). Il pubblico esigente della seconda serata ha gradito il coraggioso prodotto e, implicitamente, suggerisce ai vertici di Rai 2 di riprogrammare in contesti meno penalizzanti questo piccolo grande capolavoro.