Cinefestival
Richard Gere ad Affari: "Fare cinema è dare agli altri qualcosa di nostro"







Di Andrea Radic
Giornata internazionale con grandi star, come Cecilia Peck, al Taormina Film Fest 2015 e l'arrivo di Richard Gere. In apertura l'evento speciale con la proiezione di Brave Miss World un film documentario intenso e profondo diretto da Cecilia Peck, figlia del grande attore americano, che affronta senza timore e senza retorica la condizione di tante donne che subiscono violenza e che troppo spesso non trovano il coraggio di denunciarlo.
Il film narra la storia di Linor Abargil, modella di soli 18 anni che mentre lavorava a Milano, viene segregata, accoltellata e stuprata. Ma Linor superò la violenza e poche settimane dopo vinse il titolo di Miss Mondo promettendo a se stessa di trasformarsi da vittima a persona capace di sostenere ed aiutare le donne che subiscono violenza. Cecilia Peck l'ha seguita oltre 4 anni e ha realizzato un'opera che è denuncia, consapevolezza e grido di riscatto e difesa. Raccogliendo anche molte testimonianze di situazioni analoghe.
In tarda mattinata è arrivata la Star. L'attore americano Richard Gere, 57 film all'attivo e una carriera famosa nel mondo, ha monopolizzato il Festival, il pubblico i media. Accolto dalla general manager Tiziana Rocca, suo il merito di aver riportato in Italia dopo molti anni il protagonista di American Gigolò e Pretty Woman, si è raccontato nella sala gremita del Palazzo dei Congressi coinvolgendo il pubblico di appassionati con generosità e contenuto, tanti aneddoti e battute.
Guarda il video su affaritaliani
"Ricordo la mia prima volta in Italia, a Roma per ritirare un premio, e l'incontro nel back stage con Giulietta Masina che mi colpì molto, io allora giovane attore di una piccola cittadina dello Stato di NewYork, Syracuse. Ora sono in Sicilia e approfitterò per visitare proprio la città di Siracusa, sono curioso".
Gere ha parlato di cinema, delle difficoltà, della bellezza, della possibilità di ragionare ad un progetto e portarlo a compimento quasi realizzando un sogno.
"Un film - ha detto - è una creatura viva che cresce, si modifica e si trasforma durante la lavorazione. Come un progetto che si forma prima nella mente e poi concretamente prende forma.
Come quando cerchiamo di cucinare un buon piatto in cucina, lo facciamo per passione e per dare qualcosa agli altri, qualcosa di nostro. Ma basta un ingrediente non gradito e il piatto può non piacere. Così il cinema, è importante il parere del pubblico, per capire se qualcosa può essere migliorato.
Fare un film è un'esperienza organica".
"Anche l'aspetto finanziario del cinema è cambiato - commenta Richard Gere - un tempo erano gli Studios a produrre sia i grandi film molto costosi che i soggetti più indipendenti, meno popolari ma di grande forza.
Oggi non è più così, le produzioni indipendenti devono contare sul proprio budget, si possono realizzare film in 21 giorni se ci si crede davvero, io l'ho fatto ed è riuscito molto bene".
Un commento arriva anche sulla situazione dell'immigrazione, problematica molto sentita da Gere, buddista, vicino al Dalai Lama e sostenitore dei diritti umani.
"Il mondo intero - dice l'attore - è soggetto al problema dell'immigrazione. Le persone scappano dalle guerre, dalla povertà dalla miseria. Da un lato capisco che la gente cerchi sicurezza, cerchi casa. E noi dobbiamo poter garantire questo alla gente, sentirsi sicuri. Chi ha di più deve saper aiutare e condividere.
Ma i conflitti vanno risolti all'origine affinché la gente non debba più fuggire"