Milano (askanews) - Difficoltà a leggere e scrivere, poca familiarità con i numeri e calcoli. In passato i bambini con questi problemi venivano messi all'angolo come asini, oggi invece la dislessia, la disgrafia e la discalculia possono essere affrontate e superate come racconta la giornalista Carlotta Jesi autrice del libro "I miei bambini hanno i superpoteri"."In generale l'altra faccia della dislessia è una capacità di immaginazione e di creatività, che noi abbiamo cercato di stanare nei nostri figli come si declinavano questi grossi talenti".La dislessia da fuori non si vede, ma impatta molto sulla quotidianità, ma non necessariamente in senso negativo."Abbiamo cercato di concentrarci sui talenti dei nostri figli invece che sulle loro difficoltà, cercando di zittire il "dis", questo prefisso di disfunzione, di incapacità e invece di puntare sulle loro capacità, lasciandoci stupire da loro perchè di fatto non emergono subito".Tanti e illustri gli esempi di dislessici del passato ma anche del presente che ce l'hanno fatta."Oltre a raccontare dei dislessici famosi da Leonardo ad Einstein a Picasso, siamo andati a cercare degli eroi di ispirazione dentro ai fumetti ai videogiochi e ai libri, perchè avessero degli esempi di persone vicine a loro, che non erano degli eroi di primo acchito ma ci mettevano un po' a rivelarsi. Alla fine i bambini dislessici hanno dei talenti enormi, a scuola magari sono in difficoltà ma poi col tempo emergono. Bisogna insegnare che la vita non sono i 100 metri ma una maratona e prima o poi queste cose emergono".Questo libro racconta la quotidianità domestica e la fatica vissuta a scuola tra incomprensioni e ausili tecnologici."Capisco che per la scuola sia più comodo aggrapparsi agli ausili, perchè un bambino più lento degli altri comunque mette in difficoltà l'insegnante e gli altri genitori, ma gli ausili e i sistemi compensativi hanno senso se dietro c'è un lavoro educativo e sono strumenti di autostima per il bambino".Sentirsi diversi però non è semplice."Diverso in prima media è una parolaccia, e quindi bisogna lavorare da un lato per costruire questa muta da supereroi con i bottoni dentro perchè possano schiacciare i bottoni quando servono e pensare che possono fare tutto. Allo stesso tempo dobbiamo insegnare che un limite loro lo hanno e devono farci i conti, senza lasciarsi bloccare da questo e non se ne devono vergognare, anche se non è per nulla facile".