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Myanmar, un anno dal colpo di stato militare: "Qui è un inferno"

 

Yangon, 28 gen. (askanews) - In Myanmar, a un anno dalla presa del potere da parte dell'esercito birmano con un colpo di Stato, il primo febbraio 2021, gli scontri e le violenze contro i civili, compresi i bambini, aumentano, denunciano Save the Children e altre organizzazioni umanitarie. Centinaia le persone uccise e migliaia quelle arrestate nella repressione in corso, sostengono gruppi per i diritti umani che accusano le truppe della giunta di torture e uccisioni extragiudiziali."Da quando c'è stato il colpo di stato, i nostri obiettivi e i nostri sogni sono spariti e siamo solo preoccupati di come possiamo continuare a lottare nella nostra vita quotidiana sotto questa dittatura militare. Questo anno dopo il colpo di stato è stato assolutamente un inferno per me", dice un residente di Yangon.I più giovani si sentono privati di ogni diritto. "I giovani in Myanmar hanno sperimentato il gusto della libertà e della tecnologia negli ultimi anni, vogliamo solo seguire questa strada, non vogliamo saltare di nuovo in un buco nero", spiega una ragazza di Yangon.La crisi ha devastato l'economia, svuotato scuole e ospedali in tutto il Paese, migliaia sono fuggiti nella vicina Thailandia e in India anche a causa dei combattimenti. Secondo dati recenti delle Nazioni Unite il 37% degli oltre 405mila sfollati dell'ultimo anno sono minori, esposti a fame, rischi e malattie. E solo nelle ultime due settimane secondo Save the Children, diversi minori sono stati uccisi in bombardamenti e raid.