Spettacoli

Festa di Roma: "L'Arminuta", due eroine unite in un mondo ostile

 

Roma, 15 ott. (askanews) - E' l'unico film italiano presente nella Selezione Ufficiale della Festa del cinema di Roma "L'Arminuta", tratto dal romanzo di Donatella Di Pietrantonio e diretto da Giuseppe Bonito, che sarà nei cinema dal 21 ottobre.La scrittrice ha cosceneggiato il film, ambientato negli anni Settanta, che racconta le vicende di una ragazzina di tredici anni che viene restituita alla famiglia a cui non sapeva di appartenere. Viene catapultata in un mondo estraneo, ostile, e perde tutto della sua vita precedente: una casa confortevole e l'affetto esclusivo riservato a chi è figlio unico. Il libro ha avuto un enorme successo, è stato tradotto in 25 lingue e pubblicato in 27 paesi.Il film restituisce i contrasti fra due mondi, l'intenso universo interiore della protagonista, interpretata magnificamente dalla giovane Sofia Fiore, e tutta quella sfera di rapporti familiari, fra donne, fra madre e figlia, fra sorelle, che rende questa storia universale."Sui temi, certo, l'imperfezione delle madri, l'abbandono, la sorellanza, quelli che per me erano i nuclei importanti della scrittura narrativa, sono stati perfettamente conservati, direi".Il rapporto con questa sorella minore di cui l'Arminuta non sapeva neanche l'esistenza è uno dei punti centrali del film."Si vede molto bene il percorso femminile, perché le protagoniste sono queste due ragazze. E anche una storia di resilienza, sono veramente delle eroine, che attraversano tutte le loro difficoltà, senza mai sottrarsi, perché sono bambine, non possono mai sottrarsi.Questo reciproco sostegno, questo mutuo soccorso magari è anche rivolto alle donne, si vede, si vede molto bene, questa possibilità di crescere insieme".Il regista racconta magnificamente l universo delle due bambine, ma anche quello delle due madri, interpretate da Elena Lietti e Vanessa Scalera. E con loro racconta due Italie molto diverse, che forse esistono ancora oggi.C'è un mondo moderno, un mondo di progresso, di lingua televisiva, di italiano, e c è un mondo di dialetto, più arcaico in qualche maniera, che credo sia ancora oggi una risorsa. Una delle cose a cui tengo di più del film è che questa cosa emerga, l'idea che siamo quello, ma soprattutto anche quella cosa lì".