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Coronavirus, scontro sugli indicatori Rt. Brusaferro: "Sono affidabili"

Il direttore dell'Iss Brusaferro difende i 21 parametri per il calcolo dell'indice Rt relativo al rischio di Covid-19 e per quanto riguarda il Natale...

Nelle ultime ore sono arrivate critiche in merito agli indicatori per la misurazione dell'indice Rt, utilizzato per definire l'entità del contagio da Coronavirus e l'appartenenza di una Regione alle diverse fasce (verde, gialla, arancione e rossa). I Governatori ritengono gli attuali 21 parametri come "inadeguati" e "da rivedere" e per questo motivo hanno chiesto all'esecutivo di considerarne solo 5: 

  • Percentuale di tamponi positivi, escludendo tutte le attività di screening e re-testing sulle stesse persone
  • Calcolo dell'indice Rt sulla basa della sorveglianza integrata dell'Istituto Superiore della Sanità (Iss)
  • Numero totale dei posti letto di terapia intensiva occupati dai pazienti affetti da Covid-19
  • Numero totale dei posti letto di terapia intensiva che possano garantire adeguate risorse per il contact-tracing, isolamento e quarantena
  • Figure professionali a tempo e a persona dedicate ai servizi territoria per il tracciamento dei contagi

Il direttore dell'Iss Silvio Brusaferro  in una intervista a La Stampa ha difeso gli attuali 21 indicatori per il calcolo dell'indice Rt anche se apre ad un dialogo con le Regioni: "Sono affidabili e per 26 settimane ci hanno guidato correttamente".

Indice Rt, Brusaferro: "Per alcuni indicatori serve tempo. Aperti al dialogo con le Regioni"

In merito alla riduzione degli indicatori da 21 a 5, Brusaferro ha sottolineato che "che da parte delle Regioni c'è sempre stato un impegno enorme nel raccogliere i dati e renderli disponibili. E devo dire che per completezza sono superiori a quelli di tanti Paesi che prendiamo come punto di riferimento". L'esperto però sottolinea che "i 5 indicatori dei quali parlano le Regioni - la percentuale dei tamponi positivi, l'Rt, il tasso di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e nei reparti di medicina, le risorse destinate al contact tracing - sono già compresi nel monitoraggio. Gli altri indicatori vanno a completare proprio quei 5. E' un punto di forza del sistema di sorveglianza".

"Si è scelto di utilizzare tutti quegli indicatori - continua Brusaferro - perché proprio nelle emergenze è più alto il rischio che i dati risentano del sovraccarico dei sistemi sanitari e possano essere quindi incompleti o trasmessi in ritardo. In questo caso, la presenza di più indicatori ci consente di rilevare degli alert anche quando qualche dato è carente. E devo dire che in 26 settimane gli allarmi, come quello lanciato ai primi di ottobre sulla crescita della curva epidemica, sono sempre stati tempestivi e confermati dalla realtà dei fatti".

In merito alle accuse che l'indice Rt sia inaffidabile, Brusaferro ha risposto che "potrebbe essere così se l'indice di contagiosità fosse calcolato anche sui positivi asintomatici, ma nei nostri calcoli vengono inseriti soltanto i sintomatici. E le persone che stanno male difficilmente sfuggono al tracciamento. Prima di introdurre nuovi indicatori bisogna testarli bene e valutarne impatto e affidabilità.  - chiarisce il direttore dell'Iss - Si possono sicuramente incrociare nuovi dati. Quello sulla mobilità delle persone, per esempio, è in fase di analisi e studio. La fotografia che forniamo però è tutt'altro che ingiallita. Il dato sull'occupazione dei posti letto è fornito in tempo quasi reale e il monitoraggio offre anche una previsione sui rischi di saturazione delle terapie intensive e dei reparti di medicina a 30 giorni. Altri dati sono della settimana precedente perché devono essere consolidati affinché siano affidabili. Ma calcolando che il tempo di incubazione del virus varia da 4 a 14 giorni, siamo comunque in grado di individuare il trend e di capire dove stiamo andando".

Coronavirus, Brusaferro: "Speriamo di arrivare a Rt inferiore a 1 prima di Natale"

Sulle prospettive per Natale: "L'Rt sta scendendo. E la sequenza è che prima si riduce l'indice di contagiosità, poi quello dei ricoveri e per ultimo, purtroppo, quello dei morti - evidenzia l'esperto - In questi giorni stiamo validando l'impatto delle misure adottate a ottobre. L'obiettivo resta quello di portare l'Rt sotto il livello di 1. Perché così diminuisce in modo significativo il numero dei casi e questo a sua volta consente di tornare ad avere un tracciamento sistematico dei contatti stretti e di allentare la pressione sugli ospedali. Speriamo di raggiungere l'obiettivo 'Rt inferiore di 1' prima di Natale. I presupposti ci sono. Ma serve anche l'impegno di ciascuno di noi nel rispetto delle regole, recuperando lo spirito di marzo e aprile".

Sulla possibilità di una terza ondata dovuta alle possibile riaperture di bar, ristoranti e altre attività: "Il rischio c'è - afferma Brusaferro - ma solo se non rispettiamo la triade 'mascherina-distanziamento-igiene delle mani'. Non ci sono scorciatoie. Per parecchi mesi non si potrà abbassare la guardia. Almeno fino a quando, grazie ai vaccini, avremo ottenuto l'immunità di gregge. Ma sono certo che tutto il Paese collaborerà. Lo sta già facendo".

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