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Coronavirus
Covid Cina, Viola: "Ondata inevitabile". Pregliasco: "Pronti a nuove varianti"

Covid, tamponi preventivi a Malpensa per individuare la tipologia di variante 

Dopo oltre due anni di pandemia, torna la paura di un possibile ritorno del virus dall'Est del mondo. Mentre la Cina è alle prese con un nuovo picco di contagi, il governo di Pechino ha riaperto le frontiere, abbandonando così la politica zero Covid, tanto cara al presidente Xi. Decisione che ha innescato allarme e timore nei Paesi occidentali, come l'Italia. 

Per tale motivo, l'aereoporto di Milano Malpensa, dopo che Pechino ha cancellato le restrizioni per i viaggi malgrado l'epidemia stia provocando almeno 5.000 morti e oltre un milione di contagi al giorno, ha deciso di rintrodurre misure di prevenzione a chi arriva dalla Cina, come i tamponi.

La direzione Generale Welfare della Regione Lombardia in una nota ha specificato che “la richiesta non è obbligatoria", si tratta di una "misura di prevenzione che serve anche ad accertare il tipo di variante Covid di chi arriva dal Paese asiatico”. "Al momento sono stati eseguiti 210 tamponi. È stato già avviato il sequenziamento e domani si avranno i primi risultati”, conclude la nota. 

Covid, Pregliasco ad Affaritaliani.it: "Allerta massima, l'iniziativa di Malpensa è un pannicello caldo"

Insomma, la nuova ondata Covid spaventa il nostro Paese e il tema finisce di nuovo sotto i riflettori, catturando l'attenzione anche degli esperti. Affaritaliani.it ha interpellato sia il virologo Fabrizio Pregliasco che l'immunologa e divulgatrice scientifica Antonella Viola.

Per Pregliasco, l'iniziativa di Milano-Malpensa, seppur utile a sequenziare il virus, resta un "pannicello caldo". Ciò che si dovrebbe attuare è una politica sanitaria "comunitaria" tra istituzioni europee e Oms. E lo scenario futuro sul fronte pandemico è ancora piuttosto grigio: "l'Italia potrà andare incontro a una nuova variante di virus della famiglia Omicron", che potrebbe risultare piuttosto "impegnativa”. 

Pregliasco, oltre 200 milioni di contagi in soli 20 giorni: che cosa sta accadendo in Cina? Pechino sta pagando il prezzo di una strategia zero Covid non andata a buon fine?

La politica zero Covid attuata da Pechino è riuscita a tenere a bada il virus, ma solo nelle prime fasi della pandemia. Con il passare del tempo, soprattuto dopo il primo lockdown, l'Occidente conscio del fatto che il virus non si potesse completamente fermare, ha attuato una strategia per mitigare la velocità di diffusione, come l'introduzione delle chiusure serali dei locali. Un modo per dire: riduciamo i contatti e la possibilità di infettarci.

Da noi quindi si è ottenuto un grande risultato di mediazione, frutto anche di una larga campagna di vaccinazione. Mentre la Cina ha vaccinato poco e male (secondo i dati che abbiamo a disposizione) e soprattutto i lavoratori e non la popolazione anziana. Col passare del tempo, le varianti Omicron, con la loro velocità di mutazione, hanno reso così impossibile la mitigazione della pandemia attraverso una strategia zero Covid.

Dopo due anni di pandemia, tornare a tamponare turisti (e non solo) provenienti dalla Cina è una scelta di prevenzione corretta? 

L'iniziativa di Milano-Malpensa, che però non mi pare sia stata finora presa in considerazione da Roma-Fiumicino, potremmo definirla un "pannicello caldo". Sicuramente Regione Lombardia ha attuato una scelta importante, che facilita e aiuta l'individuazione dei casi importati dalla Cina. Ma quello che si dovrebbe attuare è un approccio coordinato a livello internazionale tra istituzioni europee e Organizzazione Mondiale della Sanità. Per quanto utile la mobilitazione milanese, ai tamponi dovrebbero poi seguire screening mirati, quarante e isolamenti: tutto ciò che abbiamo già sperimentato in questi anni di pandemia. 

Quale scenario futuro attendersi per l'Italia? 

Da qui ai prossimi mesi, noi tutti potremmo andare incontro a due differenti scenari, entrambi non così rosei: nel primo caso, quello più "ottimistico"- almeno per l'Occidente-, è che ciò che sta accadendo ora in Cina è il riflesso di quanto già sperimentato da India e Sud Africa nei mesi scorsi: il virus ha avuto una fiammata pazzesca, un dolore acuto nella popolazione, per poi allentare la presa. Considerando il numero ingente di abitanti e la densità di popolazione che vive in Cina, non si prospetta un bilancio- in ogni caso- così indifferente. Seguendo tale ipotesi, per il nostro Paese ci sarà quindi "solo" un effetto secondario da casi importati.

Poi c'è una seconda eventualità, quella più allarmante. Lasciare andare Omicron, quindi lo sviluppo di ulteriori variazioni, potrebbe comportare una nuova diffusione del virus a livello internazionale. Nella peggiore delle ipotesi l'Italia potrà andare incontro a una nuova variante della famiglia Omicron, che potrebbe essere piuttosto impegnativa da gestire. 

Covid, Antonella Viola ad Affaritaliani.it: "Ondata in Cina inevitabile, l'Italia s'attrezzi per non arrivare impreparata"

Sulla stessa scia anche il commento dell'immunologa Antonella Viola. Secondo la divulgatrice scientifica l'ondata scoppiata in Cina era per certi versi inevitabile. Questo perchè il Paese "ha sbagliato strategia: le restrizioni sono essenziali nella prima parte di una pandemia, quando non ci sono vaccini o farmaci. Poi, bisogna puntare sulla vaccinazione di massa. In Cina hanno usato vaccini poco efficaci e inoltre la popolazione a rischio (over 60) non è sufficientemente vaccinata".  

"In questa situazione, con la fine delle restrizioni e la circolazione di varianti molto trasmissibili, era inevitabile un'ondata tremenda di contagi", spiega ad Affaritaliani.it Antonella Viola. Mentre sul fronte interno "è importante eseguire tamponi e sequenziamento per capire che tipo di varianti arrivano, per non essere impreparati. Ed è importante continuare con l'appello per i richiami dei vaccini per i fragili", conclude l'immunologa. 

 

 

 

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